Capitolo 8
Le inquietudini per quanto accaduto poco prima, vennero dissipate dall’arrivo della famiglia di Jacob e le pietanze preparate per il pranzo domenicale. Il primo a festeggiare ovviamente fu il meticcio di cane che non smetteva più di saltellare intorno a Miss Mary pregustando in anticipo quanto sarebbe toccato ad egli.
Il pomeriggio trascorse sereno tra racconti d’infanzia e progetti futuri ascoltati con attenzione dai tre rampolli di Jacob.
Per qualche giorno Anthony si rintanò in casa visto quanto eseguito nei lavori. Dando ad essa una luce nuova e piacevole. Sottolineata dalle sonore russate di Bill che, davanti all’uscio di casa si godeva il fresco e la pace del termine delle manutenzioni. Dietro quella pace ritrovata, il Destino tesseva le nuove trame per la vita del professionista. E non soltanto per egli.
Trascorse una settimana dall’ultima uscita dell’uomo ed un sabato mattina di buon’ora si ritrovò ad aprire la porta in metallo del locale di Paco. Fece appena qualche passo al suo interno che un sonoro applauso lo accolse lasciando sgomento l’uomo.
“…Ehi Amico mio…credo che se un giorno smettessi di fare il giornalista saresti pronto per la nuova carriera di boxer…”. Gridò sornione Paco tra i complimenti generali. Evidentemente era ancora forte la eco di quella scazzotata della domenica precedente. Proprio mentre Anthony rispondeva ai complimenti apparve sulla porta Annabelle, la vittima dell’aggressione e un anomalo silenzio improvviso gelò il locale. Qualche attimo dopo, la donna conscia di quanto stesse accadendo, riaprì la porta ed uscì.
Istintivamente Anthony la rincorse e mentre gli avventori si gustavano quel quadretto dalle ampie vetrate del Pub, i due fuori da esso iniziarono un concitato dialogo agitando nervosamente le mani.
“Senta, volevo solo sapere come stava e non ho nessuna intenzione di importunarla”. Grido Anthony alla donna che tremava vistosamente per la rabbia e il disagio.
“D’accordo, faccia come crede…la saluto e mi scusi per le premure…”. Continuò mentre voltava le spalle e tornando indietro.
“Le chiedo scusa Mister…mister…”. Replicò finalmente la donna e ciò bloccò l’uomo che la osservò con un sorriso distensivo.
“Senta Miss…Miss…ecco forse sarebbe opportuno sapere i nostri nomi, non le pare?”.
Una risata piena coinvolse i due protagonisti che finalmente iniziarono a parlare.
“Le va di fare due passi?” disse l’uomo puntando lo sguardo negli occhi abbassati della donna. “Comunque io sono Anthony…Anthony Arnald e faccio il giornalista a New York “.
“Annabelle Tolden ex maestra di scuola e…”
“Lasci perdere il resto…avremo modo di conoscerci meglio in seguito…”.
Oltre i vetri del locale, una donna si commosse dinanzi a quelle due persone così diverse uno dall’altra e i sorrisi tra essi provocarono le prime facili illazioni sulla nuova coppia.
Le giornate vennero modificate radicalmente per i due che lentamente passavano sempre più tempo insieme. La vicenda ovviamente divenne il primo pettegolezzo per gli annoiati abitanti di Jeson. Eu durante una cena sul porticato dell’abitazione di Anthony che avvenne qualcosa di importante. Bill trovò in Timothy il nuovo compagno di giochi sempre sotto lo sguardo attento dei due adulti piacevolmente compiaciuti della cosa.
“Sai Annabelle, potrà sembrarti strano ma…ecco…io non ho mai visto il lago dietro la collina e ricordo le parole di mia madre quando mi diceva che avrei dovuto portare con me una persona importante mentre…”
“Scusa ma devo andare…si è fatto tardi…grazie dell’invito. TIMOTHY…dai che torniamo a casa…”
L’inattesa reazione della donna spiazzò letteralmente Anthony che fu incapace di qualsiasi reazione. La vide andare via seguendola con lo sguardo privo di esprimere qualsiasi parola.
Trascorsero alcuni giorni senza che i due si incontrassero. Anthony si chiuse in se stesso cercando di comprendere l’accaduto. Poi una domenica mattina illuminata da uno splendido sole si avvertì l’abbaiare frenetico di Bill oltre le mura della camera da letto. Si alzò e ancora in pigiama si affacciò fuori dalla finestra.
“BILL…che ti prende…che sta succedendo li fuori?”.
Con sua grande sorpresa, ciò che vide oltre la staccionata in legno, lo lasciò senza parole.
“Allora Mister Anthony Arnald…è sempre valido quell’invito o dobbiamo andare soli magari portando Bill con noi?”
Sulla valle di Jeson e tra quei pini maestosi si definì una nuova storia d’amore. Tra la felicità incontenibile di Bill e del bambino.
“Buongiorno persona importante…io sono pronto e tu?” Disse l’uomo uscendo da quel cigolante cancello mai riparato.
“Ehi giornalista…preparati a scrivere l’articolo più importante della tua carriera…”
Quel viale che conduceva al lago si impossessò della sua foto più bella di sempre dove un cane e tre persone fino ad allora sconosciute, divennero la storia più bella mai accaduta a Jason Valley…
Ti saluto Mister Dream…
29 dicembre 1974
“…ciao Amico mio, è già da un po’ di tempo che non apro queste pagine. In questi ultimi due anni e da quella vacanza a Jason sono cambiate molte cose. Io stesso credo di essere cambiato e tu lo avrai compreso. A parte qualche sporadico avvenimento importante da trascrivere qui, non ho scritto altro. Ma non perché non volessi. Il solo e unico motivo è stato l’arrivo nella mia vita di una nuova presenza. Annabell…
Lei è stata capace di cambiare ogni ordine di cose nella mia vita e ti dirò di più mio fedele e silenzioso compagno: ieri le ho chiesto di sposarmi e quindi a primavera lascerò questa mia esistenza solitaria e tornerò definitivamente aJason Valley. Certo, questo non vuol dire che ti metterò in un angolo a prendere polvere. Ma di certo ciò che scriverò tra le tue pagine sarà decisamente diverso. Finalmente avrò la possibilità di prendermi cura di una donna. Anzi di una donna e suo figlio. Non dimenticando il fedele Bill che non vedo l’ora di rivedere. Anche se è in mani sicure. Il buon Jacob è un vero portento di uomo insieme alla sua splendida famiglia. Cosa farei senza di essi…
Ora devo lasciarti per…ecco…i preparativi.
Ti voglio bene Mister Dream!
A presto, Anthony, un uomo diverso.
Ah scusami. Un uomo finalmente felice…”
F I N E