“Il lago oltre la collina: un uomo, una donna e una storia speciale”

Capitolo 7

Pochi minuti dopo anche la piccola folla che si era radunata tornò alla vita di sempre, passeggiando oziosamente e nascondendo i propri commenti in un fastidioso bisbiglio. Anthony restò immobile qualche attimo fuori dal luogo della colluttazione e quindi, dopo aver gettato un ultimo sguardo oltre il cancello decise di andare via.

Fece appena qualche passo ed una flebile voce tremante di un bambino ne interruppe la marcia: “Signore…mi scusi signore…”

L’uomo si voltò di scatto trovandosi di fronte un fanciullo di almeno 10 anni, ben vestito e curato nell’aspetto.

“ Ciao ragazzo. E tu chi saresti?”.

Gli chiese osservando con attenzione i grandi occhi neri e la capigliatura ordinata.

“ Mi scusi. Mi chiamo Timothy e mia madre è la donna che lei ha difeso poco fa. Volevamo ringraziarla per ciò che fatto. Mamma mi ha detto di riferirle questo. Buongiorno! “.

Anthony non ebbe il tempo di replicare in quanto il fanciullo, veloce come una saetta, sparì nuovamente oltre il cancello e il cigolante portoncino dell’abitazione.  Lo seguì con lo sguardo fino al momento in cui udì il serrare rumoroso delle persiane che sembrarono proteggere oltre misura, il piccolo nucleo familiare. Comprese e con un leggero sorriso di compiacimento, tornò sui suoi passi dirigendosi verso casa.

“Bill…BILL.. poltrone d’un cane, dove sei finito? Insomma non è certo questo il modo di fare la guardia al nostro castello, non ti sembra?” .

Un attimo dopo, il meticcio fuoriuscì dall’ombra di un salice e saltellante di gioia, accolse il rientro del suo padrone.

“Bill, amico mio…fai bene a riposare all’ombra. Non sai quanta cattiveria in giro. Dai rientriamo che bevi un po’ di latte fresco…” .

Il cane fissò Anthony negli occhi percependo le tristi parole dell’uomo. Qualche attimo dopo, la porta nascose i due amici. Eppure, ciò che era accaduto in quella strana mattinata segnò i pensieri del giornalista per tutta la giornata. Lo sguardo terrorizzato della donna e la presenza del figlio lo lasciarono perplesso. Nemmeno i tentativi di coinvolgimento di Bill in semplici giochi, riuscirono a distoglierlo da quel disagio interiore.

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Now, here in Manhattan, the spell is broken, and we live again! We are defenders of the night! We are Gargoyles! Scout troop short a child, Khrushchev’s due at Idelwyld… Car 54, where are you? Harlem that’s backed up.

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