TEATE SERVIZI: UN’ALTRA BAGARRE SENZA SENSO

Qualche settimana fa ho scritto che la situazione di TS rappresenta in maniera
plastica il fallimento dell’intera classe politica teatina; lo confermo.
Una società interamente partecipata dal Comune che ha un ruolo strategico di
primaria importanza, rappresentato sia dalla riscossione dei tributi, sia
dall’erogazione dei servizi, non può in alcun modo diventare lo sterile terreno di
scontro tra opposte fazioni politiche.
A Chieti però è successo proprio questo e le conseguenze sono sotto gli occhi di
tutti: la società rischia il fallimento e nella migliore delle ipotesi la liquidazione;
i dipendenti rischiano il posto di lavoro e la città – tutta – rischia di rimanere
vittima di schermaglie finora molto poco edificanti e di perdere una importante
risorsa pubblica.
Per non parlare della pessima figura che si rimedia, in generale, anche nei
confronti dell’opinione pubblica abruzzese.
La vicenda non sembra destinata ad avere una svolta positiva vista la piega
che ha assunto negli ultimi giorni, con nuovi e reciproci attacchi tra le forze
dell’attuale maggioranza e l’ex Sindaco Di Primio che sebbene abbia
abbandonato la scena politica, non sembra intenzionato a farla passar liscia a
quelli che, evidentemente, continua a considerare suoi avversari, soprattutto (a
quanto par di capire) a causa delle affissioni dei manifesti che lo riguardavano
nel periodo di campagna elettorale.
Ma con ogni probabilità, le ragioni di questa “ultrattività” dell’ex Sindaco sono
altre, così come altri sono i reali obiettivi.
Ma se Di Primio attacca sui social media con uno “stile” comunicativo tutto suo,
permeato di revanscismo, improntato alla sfida ed all’attacco diretto
dell’avversario, la maggioranza non pare avvezza a repliche capaci di entrare
nel merito della questione. Sino ad oggi siamo rimasti, alla mera schermaglia.
Peraltro, va annotato come in questa vicenda il centro destra faccia registrare,
ancora una volta, la sua pressoché totale assenza (…).
Eppure, data l’importanza della posta in gioco, mi sarei aspettato ben altro.
Non solo sul piano prettamente comunicativo.
Stiamo parlando del futuro della nostra società partecipata, di quello che
doveva essere il fiore all’occhiello del Comune di Chieti, capace non solo di
erogare servizi utili al Comune e quindi ai cittadini ma anche di rappresentare
un piccolo volano economico per il nostro territorio.
Un bene pubblico, perciò di ciascuno di noi, prezioso eppure maltrattato e
vituperato da chi non riesce a far di meglio che dare un’immagine veramente
raccapricciante della politica.
E dire che sarebbe bastato poco per far luce su Teate Servizi e sui mali che
l’affliggono; che per altre questioni, in passato, l’intera classe politica è riuscita
anche ad organizzarsi per iniziative condivise, come i Consigli straordinari per
la sanità.
In questo caso sarebbe stato sufficiente indire anche solo una conferenza
stampa in cui dar conto, documenti ed atti alla mano, dei motivi per cui si è
arrivati alla richiesta di fallimento da un lato ed alla richiesta di liquidazione
dall’altro, così da far comprendere le ragioni, le cause e le eventuali
responsabilità politiche.
Ma niente di tutto ciò è stato fatto, né dalla maggioranza, né dall’opposizione.
Allo stesso modo a nessuno è venuto in mente di proseguire il lavoro iniziato,
durante la scorsa consiliatura, dalla Commissione bilancio, sull’analisi delle                                         somme che il Comune chiede di riscuotere a Teate Servizi. Eppure anche
questo è un aspetto interessate e di stretta attualità, visto che la partecipata
viene da sempre accusata di avere scarse capacità di riscossione.
Capire se i crediti vantati dal Comune nei confronti dei cittadini sono
effettivamente, concretamente ed attualmente esigibili è infatti di importanza
fondamentale per stabilire l’effettiva capacità di riscossione di TS.
Ma anche questo sembra non interessare a nessuno e all’evidenza dei fatti si
continuano a preferire schermaglie indegne e comunque di scarso profilo.
Visto il periodo verrebbe da dire che alla politica teatina si può cantare il
Miserere…

 

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