Rapina simulata alla stazione Ip di Sambuceto: condanne e un processo in arrivo

Una rapina finta, un bottino vero da mezzo milione di euro e ora arrivano le condanne. Il giudice ha chiuso il primo capitolo dell’inchiesta sul finto assalto al furgone portavalori Battistolli, messo in scena il 13 dicembre scorso a San Giovanni Teatino.

La pena più pesante è toccata a Luigi Di Donato, 44 anni, napoletano domiciliato a Cappelle sul Tavo: tre anni e sei mesi di reclusione dopo il patteggiamento. Con lui, tra gli esecutori del colpo, Jacopo Di Matteo, 32 anni, di Penne e residente a Picciano. Per quest’ultimo, però, il giudice ha respinto la richiesta di patteggiamento: il fascicolo torna al pubblico ministero Giancarlo Ciani, titolare delle indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo di Chieti.

Secondo l’accusa, la banda aveva organizzato tutto nei minimi dettagli. Con l’aiuto della guardia giurata Walter Pardi, 57 anni, di San Giovanni Teatino, era stato utilizzato il clone di una chiave elettronica per aprire la valigetta con 411 mila euro e 17 mila dollari. Per rendere più credibile la messinscena, i complici avevano anche finto di sequestrare Pardi, portando via la sua pistola di servizio. Il finto assalto è avvenuto mentre il furgone era fermo per fare rifornimento alla stazione di benzina Ip di Sambuceto. Pardi e Di Matteo, secondo gli inquirenti, avevano fatto prove tecniche nei giorni precedenti. Per la guardia giurata è arrivato il rinvio a giudizio: il processo inizierà ad aprile 2026.

Condannato anche Domenico Pollice, 50 anni, di Montesilvano, accusato di aver procurato le due auto usate per il colpo – una Ford Puma e una Fiat 500X – rubate una settimana prima nell’autonoleggio dove lavorava. Per lui, due anni e quattro mesi di reclusione.

Si chiude invece con un’assoluzione la posizione di Manola De Luca, 47 anni, moglie di Di Donato e difesa dall’avvocato Gianluca Carlone, accusata di complicità nella fase finale, con il recupero in auto del marito dopo il colpo: per lei il giudice ha deciso il non luogo a procedere per non aver commesso il fatto.

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