La verità dell’anima: l’opera integrale dello scrittore Stefano Maria Simone

di Stefano Maria Simone

STEFANO MARIA SIMONE
LE VERITÀ DELL’ANIMA
Prefazione di Massimo Pasqualone
Postfazione di Nella Martino
Copertina di Francesca Gizzarelli
Illustrazioni di Valeria Di Toro

QUESTA RACCOLTA SI È CLASSIFICATA PRIMA NELLA “SEZIONE B”, SILLOGE DI POESIA INEDITA, DEL “PREMIO INTERNAZIONALE DI LETTERATURA FRANCAVILLA URBAN FESTIVAL”, 1 OTTOBRE 2023.

Vi veri universum vivus vici.
(Con la forza della verità, vivendo, ho conquistato l’universo.)
Aleister Crowley

Alla Professoressa Martino
dedico questa raccolta di pensieri e parole sparse.

PREFAZIONE DI MASSIMO PASQUALONE

Vive il tempo dell’inquietudine e della meditazione con l’utilizzo della parola poetica il poeta Stefano Maria Simone, con un verso che si fa malinconia ed al contempo bellezza, sulla scia dell’amore, fiume carsico della raccolta che, a vent’anni, si mostra incomprensibile, con le sue bizze e le sue non ragioni.
La poesia, allora, si fa compagna fedele, diario segreto, quaderno di lamentazioni, che prova a descrivere quello che accade, quello che dovrebbe essere ed anche quello che non dovrebbe essere.
Non mancano colti riferimenti ai poeti amati, alla classicità che emerge tra le pagine e si fa modernità, per una poesia che propugna la conoscenza del qui ed ora della vita.
Stefano Maria Simone, alla sua seconda prova poetica, e carico di successi e di riconoscimenti, prosegue il suo percorso zetetico alla ricerca del sé più profondo, quello che solo la poesia può svelare, perché, con Saba, l’opera d’arte è sempre una confessione, un cercarsi per ritrovarsi, quando le tempeste della vita si fanno potenti, ma il sorriso e la voglia di combattere, nonostante i nonostante, vincono tutto.

LA STRADA DI FROST

Vorrei sognare come facevo un tempo
e dimenticare ogni singola difficoltà
che la vita mi pone davanti
senza cercare l’aiuto di nessuno,
sforzandomi di proseguire diritto
lungo la strada meno battuta del bosco,
quella cantata da Robert Frost,
perdendendomi tra la fitta vegetazione,
privo di bussola o di mappa,
solo con me stesso,
destinato a soffrire la solitudine del diverso,
cioè di chi ha scelto un altro sentiero
perché non voleva uniformarsi
alla pseudo normalità di un gregge
che percorre la sua tratta
per raggiungere il ciglio di una scogliera
e da lì, buttarsi come fanno tutti
dato che, forse, è giusto così.

Vorrei sognare come facevo un tempo
e ritrovarmi dopo essermi perso
seguendo la lanterna di Diogene
che pur scoraggiato continua a cercare l’uomo
in ogni chiaroscuro,
senza mai riuscirci.
Eppure procede imperterrito
come se sapesse che prima o poi
lo scoverà,
nascosto in qualche anfratto
con il dito puntato verso il suo cuore,
pronto a dire la verità,
anch’essa smarrita
e tumulata insieme a lui,
rea d’essere indicibile
in un mondo che non ha più spazio.

Vorrei sognare come facevo un tempo
ma incomincia a fare freddo qui,
lungo la strada di Frost
e il dormire sereno si fa più difficile.

Allora tocca aspettare l’alba,
sbirciando le stelle celate dietro le alte fronde,
immaginando un destino differente
con la solita domanda tra le labbra:”E se…?”

LA PALMA

Quando entrasti in città,
ti accolsero con calore
agitando rami di palma e gridando:”Osanna!”

Ti spalancarono le porte,
a te, oh Salvatore,
nato in un’umile capanna
e morto come il peggiore criminale.

Quella palma usata per salutarti,
alla fine, divenne arma per sferzarti.

BEATA VERGINE MARIA

Beata Vergine Maria,
tu che più di tutte hai sopportato
con un figlio morto tra le braccia,
madido del sangue degli uomini,
indifeso, innocente e puro,
lo hai cullato come fosse appena nato
mentre si abbandonava al dolce sonno.

Oh Santa Madre,
tu che più di tutte hai sofferto
nel vederlo malmenato, fustigato, insultato e deriso,
quel figlio che allattavi al seno
e speravi crescesse,
quel figlio che ogni notte
contava le stelle sul palmo della mano,
quel figlio che a piedi scalzi ti raggiungeva nell’orto,
quel figlio che imparava a camminare
negli afosi pomeriggi palestinesi,
che si asciugava il sudore,

che continuava la fatica,
che non si scoraggiava
perché la sua meta eri tu,
ora cade ai tuoi piedi
con gli occhi lucidi di pianto
stremato dalla nostra cattiveria.
Un uomo lo colpisce e lo butta a terra
sotto il peso della croce che porta,
un altro lo irride chiamandolo re dei Giudei
ma lui non reagisce,
sopporta,
sopporta come la madre alla quale viene strappato.

Madonna Addolorata,
oggi vesti del lutto che ti abbiamo tessuto,
un nero abito bagnato dalle lacrime
mentre segui quel tuo figlio nell’ora del dolore.
Sulla croce il suo ultimo saluto,
un bacio d’addio prima di spirare tra le braccia del padre,
Onnipotente Signore che ogni cosa ha compiuto.

Regina degli angeli,
tu che più di tutte hai vegliato al suo sepolcro
sperando si ridestasse,
tu che lo hai visto scendere dalla croce,
tu che con altre donne hai lavato il suo corpo livido,
tu che hai colto il disprezzo e l’invidia negli occhi degli uomini,
tu che hai tanto amato,
lo vedi tornare,
risorto.

UN NUOVO SOLE, UNA NUOVA LUNA
A Chiara
Un nuovo sole, una nuova luna,
allineati nei tuoi occhi
com’eclisse celestiale
che il cielo non può dimenticare.

Un nuovo sole, una nuova luna,
quanti ricordi viaggiano nell’aria,
fluttuanti, carichi di nostalgia
o forse piccola malinconia.

Un nuovo sole, una nuova luna,
un nuovo mondo, una nuova vita.

ALBA
E quando la notte esala l’ultimo respiro,
una nuova alba ne prende il posto.

Silenziosa scivola tra le montagne
irradiando con la sua luce
la valle ombrosa.

LE RAGIONI DELL’AMORE
A Lorenzo e Francesca
Le ragioni dell’amore
nascono nel cuore
come coccole delicate
appena sussurrate.

SIPARIO
A Francesco Svizzero, artista immortale

Non possiamo sapere
quando il sipario calerà su di noi
interrompendo quel flusso discontinuo
chiamato vita.

Eppure non smettiamo mai
di pensare alla sua venuta
come un qualcosa di imminente.

Meglio sarebbe se restasse lontano.

LASSÙ
Lassù, più in alto delle stelle,
guardi il mondo frantumarsi
come pezzi d’uno specchio
gettato in pasto al suo destino.
Vedi i riflessi scintillare
e gli occhi lacrimare.
Prima solo dei villaggi,
ora, semplici miraggi
con le ombre assottigliate
nelle notti assatanate.
Ma tu, lassù,
più in alto delle stelle,
guardi il mondo frantumarsi
e sei al sicuro da ogni male
che avviene sulla terra
perché niente può colpirti
se ricordi come amare
e diffondere bellezza
in maniera genuina
contro tutta la barbarie
che s’insozza di bruttezza.

Le parole non dette ci fanno male.
Cerchiamo di nasconderle,
fingiamo che vada tutto bene
accennando il solito sorriso
come se nulla avesse più senso.
Invece lo ha
perché non siamo automi,
perché non siamo morti
ma è quello che vorremmo.

IN RIVA AL MARE
Per Cherie, ovunque tu sia
E tu,
seduta sugli scogli
miravi il mare
presso l’orizzonte
con gli occhi bagnati dal sole
sbrilluccicando come mille specchi d’acqua,
infinite facce di diamante,
lunghi riflessi in una notte senza fine.

Scende il sole
come una lacrima sulla guancia di un bambino,
rabbuiando le cose conosciute
oramai quasi sconosciute.

E tu,
sei ancora là,
seduta sugli scogli
a fissare le stelle
incastrate nella notte,

come tanti sogni infranti
lasciati alla deriva.

MEDUSA
A Chiara
Sotto la luna,
tra le fiaccole del tempio,
cerco il tuo sguardo, Medusa,
per incontrare quelle pupille
che tanta morte invocano a gran voce.
Vorrei conoscere la loro storia,
vedere se si emozionano ancora,
dopo tanto tempo,
a sentir parlare d’innocenza
e quei puri sentimenti
che in passato t’hanno condannata.

Occhi contro occhi,
raccontami Medusa,
cosa accadde quella notte
quando il divo Poseidone
ti condusse dentro il tempio
con la promessa di amarti
mentre riuscì solo a spezzarti.

Occhi contro occhi,
raccontami Medusa,
il momento in cui Atena,
accecata dall’invidia
mutò in serpi i tuoi capelli,
rese fatale il tuo sguardo
ma non le riuscì
di avvelenare il tuo cuore.

Occhi contro occhi,
raccontami Medusa
perché non vuoi pietrificarmi.
Resti lì, immobile,
con le palpebre serrate
e le serpi acquietate
in attesa che me ne vada
per tornare ai tuoi ricordi.
Allora chiudo gli occhi,
tendo in avanti la mia mano
sperando che tu la prenda
per guidarci a vicenda.

NON AVERE PAURA
Cherie, sempre Cherie
Non avere paura
quando susseguono le ombre
nel mare del ricordo.
Scorrono e scompaiono
come un’alba simile al tramonto,
tra le mille luci del mattino,
su quella stella che scintilla
come scoppiettante fiamma nel camino.

Vive e muore
questa nostra fantasia
come sciami di farfalle
animate da magia.

SUSSURRI
Sussurri infiniti
riecheggiano nella mia mente
come scintille in un vuoto camino,
mormorii incessanti,
frenetici e quasi schizofrenici.

NOTTE
A Chiara
Quando sei stata male,
ti ho vegliata tutta la notte
anche se da lontano.

Non ti nascondo
che lo rifarei di nuovo
per esserti vicino
almeno con il pensiero.

UN SENTIMENTO NASCOSTO
A Chiara
Un sentimento nascosto
vale più di mille menzogne
sparse all’aria aperta
e trasportate dal vento.
È doloroso non poterlo rivelare
perché quando lo custodiamo
dentro di noi,
in fondo al cuore,
si anima e fiorisce
come ciliegi in primavera
ma solo tu puoi sentirne il profumo.
ECHI DI GUERRA

Soldato,
hai perso il tuo fucile.
Fuggi da quei luoghi bombardati,
scheletri di città devastate,
sporco di cenere,
illividito dalla neve,
riscaldato dal sangue,
tra il silenzio del lutto e le grida dei bambini,
dove la furia di un pazzo
non cessa d’imperare.

Soldato,
hai perso il tuo fucile.
Fuggi dal tuo mondo brado
fatto di violenza,
affamati branchi,
innocenti assassinati,
per riveder le stelle
di un’umanità scardinata.

ATTIMI
A Cuor di zucchero, qui più che mai nascosta tra i versi.

Mi piacerebbe poter ricordare
alla fine di questa vita,
riflesse nei tuoi occhi,
immagini lontane,
ancora ferme sull’abisso
nonostante l’azione del tempo.
Ora che ripenso a quei momenti,
rapidi fuggono l’oblio
attraverso la memoria.

* Questa poesia è stata inserita all’interno dell’antologia poetica “Il canto di Zefiro”, Teaternum edizioni, 2022.

INNAMORARSI
A Chiara
Innamorarsi sotto la pioggia battente
tra i vicoli di una città
sperduta in mezzo al mare,
dove tutto si fa frenesia
e niente ha più quel sapore antico,
dimenticato,
di un sogno sincero.

VORREI
A Fabrizia

Vorrei baciare le tue labbra
e avvertirne la consistenza.
Vorrei osservare il tuo sorriso
nascosto tra le dita di una mano.
Vorrei perdermi nei tuoi occhi
come in un delicato battito di ciglia.
Vorrei sussurrare alle tue orecchie
quello che per te provo.
Vorrei ascoltare la tua voce
e non dimenticarla mai.

ERO INNAMORATO DI UN SOGNO
A Cuor di Zucchero
Ero innamorato di un sogno
ora infranto dal destino.
Ne assaporavo l’essenza
sulla punta della lingua.
Lo vedevo brillare
come si fa con le stelle
e davvero credevo
si sarebbe avverato.
Ma la notte termina presto
portando via con sé ogni cosa bella
per fare spazio ad un nuovo giorno.

* Questa poesia è stata inserita all’interno dell’antologia poetica “Il canto di Zefiro”, Teaternum edizioni, 2022.

INCONTRI
Ad Amaryllis
Quando il mio sole
giungerà al termine,
la tua luna diverrà brillante.

Se i nostri mondi s’incontrassero,
io sarei con te
mentre tu,
sola
con un altro.

GUIDARE IN UNA NOTTE D’ESTATE
A Volpe
Guidare in una notte d’estate
con il volto rigato di pianto,
in silenzio,
nascosto dalla semi oscurità,
come se lei non potesse vedermi,
come se lei non potesse sentirmi.
La lingua si paralizza,
il cuore rantola,
la voce trema.
Ai suoi occhi sembro stanco,
invecchiato quasi.
Si preoccupa,
mi parla,
mentr’io …
annuisco.

PER UNA MOSCA
Per una mosca
te la sei presa così tanto,
gridando
e insultando il suo assassino.

Per una mosca
hai sbattuto la porta
lasciandola alle tue spalle
come facesti con noi.

Per una mosca
ci chiami imbecilli,
ci definisci barbari.

Per una mosca che muore
ci accusi di gratuita violenza.

Ma, per una mosca,
la tua, che cos’è?

INCOMPRESI
Sospeso tra la terra e la luna,
esiste un luogo sconosciuto
che raggiungiamo
solo quando ci sentiamo incompresi
perché alla fine di tutto,
dagli altri e da noi stessi,
non si è mai così al sicuro.

INSIEME
A Chiara
Insieme cammineremo tra le parole,
tenendoci per mano
e usando i libri come fossero bussole
in modo da non poterci perdere.

Insieme cammineremo tra le parole,
osservando paesaggi fissati sulla carta
divenire sempre più belli
con il tempo che passa.

Insieme cammineremo tra le parole,
mai stanchi di conoscere,
mai stanchi di assaporare.

Insieme cammineremo tra le parole
perché solo lì sapremo
il futuro che ci attende.

TI HO ASPETTATA LÌ DAVANTI
A Volpe
Ti ho aspettata lì davanti,
con il vento mordace,
nella notte verace,
guardandoti fuggire.
Avrei voluto andarmene
come uno sconosciuto,
dissimulando l’inesistenza
ora quasi apparenza.
Invece son rimasto,
seduto su un muretto
ad aspettarti lì davanti
imprigionato nella notte.

UN’OMBRA DAL PASSATO
Riaffiora nel presente
un’ombra dal passato
come nebbia mai dissolta.

Incombe sul mio cuore,
s’aggrappa ai miei ricordi
travolti dal rimorso.

INCONTRAI LA TUA ANIMA
A Chiara
Incontrai la tua anima
in mezzo a tante altre
e subito capii
che nessuna è così pura.

Incontrai la tua anima
in un giorno di marzo
con il freddo fuori dalla stanza
e le emozioni stipate dentro al cuore.

Incontrai la tua anima
senza sapere niente della sua storia,
cosa le fosse capitato,
cosa avesse vissuto,
eppure l’ho incontrata
e pian piano inizio a conoscerla
parlando di poesia,
parlando di bellezza,
stringendoci amicizia.

SORRISO
A Chiara
Un tuo sorriso sprigiona meraviglia
come in un lento battito di ciglia.

LACRIME
Taglienti,
come schegge sparse
sul dorso di una mano.

VUOTI INTERIORI
A Volpe
Guardare oltre quegli occhi azzurri,
naufragare nella loro intensità
cercando una scintilla crepitante
in nome dell’amore
che ahimè ha dimenticato come ascoltare.
Oramai è divenuto sordo, cieco e confuso
a causa di ingenue illusioni,
voragini infinite
ancora da colmare.

* Questa poesia si è classificata prima nella sezione F “Poesia edita o inedita” del “Premio internazionale di Letteratura Francavilla Urban Festival”, 2 ottobre 2022.

MI MANCHI
A Volpe
Mi manchi,
quando passano le ore,
lente e inesorabili
come onde senza mare.
Scrosciano,
strepitano,
chiamano,
ma ahimè, nessuno le ascolta,
quasi fossero voci lontane
prive d’ogni sentimento,
ormai piccoli granelli
in una spiaggia inesistente.

MEMORIA

Alla professoressa Nella Martino

Non è più consentito
emozionarsi come una volta,
limitarsi ad osservare il mondo
lontano dai pregiudizi,
ancora puro e naturale.

M’immagino tuttora
anche cose molto piccole,
ricordando ogni dettaglio,
tra quelle che trasudano di vita,
inattese fantasie
nascoste in fondo al cuore
ormai disincantato.

PASSATO
Chiudendo con il passato
ho capito di non appartenervi,
indirizzato ora nel futuro.

Ancora bloccato nel presente
ritorno spesso a riflettere quanto
amara sia la nostra esistenza.

RICORDI
A Cuor di Zucchero

Lentamente riaffiorano tra i flutti
come relitti trascinati dalle onde,
momenti pallidi e sbiaditi,
istanti quasi dimenticati
di una vita che non avrà mai fine.

* Questa poesia è stata inserita all’interno dell’antologia poetica “Il canto di Zefiro”, Teaternum edizioni, 2022.

OCCHI
A Chiara
Occhi come i tuoi,
io non ne ho visti mai
nemmeno in un sogno,
figuriamoci nella realtà.

CAMBIAMENTO INTERIORE
A Volpe
Vorrei il tuo abbraccio più grande
per non lasciarlo mai andare
e quando l’avrò ricevuto
tutto mi sembrerà diverso,
cambiato,
nuovo,
come se niente fosse accaduto,
come se il giorno si fosse fermato.

LA BARCHETTA
Scrivi i tuoi pensieri su una barchetta di carta,
lasciala scivolare tra le onde del mare
e abbandonati in questo dolce sperare.

CHIARA
Libera i tuoi sogni
chiusi in un cassetto
e quando scende la notte
falli brillare come astri
perché tutti li vedano,
specie chi in mezzo alla tempesta
si sente sperduto
senza un faro ad indicargli la via.

AMORE
Un lento abbraccio nel buio.

L’ANIMA
Una domanda irrisolta
in un mare di specchi.

PAZZIA
Una dolce sinfonia
ricca di malinconia.

PENSIERI
A Volpe
E continuo a piangere
in attesa di un ritorno,
sperando che la notte
trasporti i miei pensieri
ormai non più leggeri.
Spero che lei li legga,
accarezzata dalla Luna,
baciata dalle stelle
quando il sonno si avvicina
e riaffiora ogni ricordo,
mentr’io sbiadisco,
a poco a poco,
come la fiamma d’una candela
che soffoca
tra tutta quella cera.

DIMENTICANZA
Dimentica il mio viso,
perdilo tra gli scogli del mare
battuti dalla fredda spuma.

ANIMI CONNESSI
A Chiara
Mi fido di te
quando ogni pensiero
scivola sull’altro
e solo gli sguardi
a poco a poco
si parlano tra loro.

NON LASCIARE CHE TI SPENGANO
A Chiara
Non lasciare che ti spengano,
quei volti nulli accecati da loro stessi
quando la superbia si fa invidia.

Non lasciare che ti spengano
ogni volta che hai un’intuizione
e provi a toccare le stelle.

Non lasciare che ti spengano
se la meraviglia bacia i tuoi occhi
rendendoli immortali.

DISSOLVENZA
Vorrei soltanto scomparire
dietro una coltre di nebbia
e abbandonare questa vita
come in un’opaca dissolvenza
che lentamente
mi riconduce da dove sono venuto.

TEMPO TIRANNO
Sono stanco di aspettare
un giorno nel domani
mentre l’oggi si disgrega
quando ieri è già finito.

NON ESSERE TRISTE
Non essere triste Chiara
perché laddove una stella cade
e poi silenziosamente muore
in un attimo quasi impercettibile,
tante altre continueranno
a costellare il cielo
fino a quando
non avrai trovato quella
che davvero ti farà brillare.

PERDITA DISILLUSA
Senti le mie lacrime
scivolare dalle palpebre serrate,
cadere sulle guance,
scendere lungo il collo
ed infine frammentarsi
a contatto con la terra
che abbiamo sotto i piedi.

Cerco di raccoglierle senza riuscirci
perché sono fuggite
troppo rapidamente.

Ma quando la mia mano s’inumidisce,
un briciolo di speranza si riaccende,
fomentata dall’illusione
che tutto ciò che mi apparteneva
sarebbe potuto tornare,

magari in una forma diversa.

Ahimè, quale errore peggiore
del negare sé stessi
di fronte alla perdita.

CHIARA IN MEZZO AI FIORI
Chiara in mezzo ai fiori
potrei riconoscerla comunque
anche se il suo sguardo luccicasse
colpito dai raggi della luna
mentre contempla l’avvenire
girata verso oriente,
con i capelli adagiati sulla spalla
a far da petali,
le braccia incrociate
che la proteggono
come le spine di una rosa,
l’immobilità silente
dinnanzi ai turbamenti.
Ne ha passate tante
sotto il cielo grigio
carico di pioggia,
colpita dalla grandine,
sommersa dalla neve,

piegata dal vento,
soffocata dal sole.
Eppure è la più bella del giardino
perché nonostante i segni evidenti
lasciati dalla vita,
rimane il fiore che ho imparato ad amare,
così pura, così rara,
così vera.

ADAGIO
A Chiara
Come un tuo abbraccio entrava nel mio cuore,
carezze dolci si abbandonavano,
in fondo all’anima,
lambendola,
delicate,
imitando i flutti
che adagio
sfiorano le sponde.

FORME
Istanti di luce,
catturati nell’essenza,
sperduti tra le tenebre,
s’incontrano funesti al crocevia
come silenti spirti dal vitreo sguardo.

IL BOSCO ADDORMENTATO
Sonnecchia il bosco addormentato.
Fronde fruscianti nella dolce notte
sussurrano il mio sospiro
che lentamente si posa
tra le ceneri del giorno estinto.

SOGNARE
Tornare nel mondo
per poter brillare.

PASSIONE
I pensieri,
si sgretolano come vetri
in un torbido liquame.

MORTE
Lenti sussurri
in una notte senza fine.

CHIARA SORRIDE
Chiara sorride,
con un fiore rosa tra i capelli,
proprio all’altezza del suo orecchio.
Ha gli occhi raggianti,
colorati d’un verde così intenso
da fare invidia allo stesso mare
che si staglia stranamente silenzioso
diversi metri di distanza
dalla panchina rossa
dove le confessai il mio amore.
Ci siamo ritornati,
soltanto un’altra volta ancora
e tutto è rimasto uguale,
persino le emozioni.

Questa sera però,
abbandona la seta azzurra

ed indossa un abito nero
per accompagnare la notte
come un’ancella con la sua padrona.

SPECCHIO
Continuo a chiedermi
perché davanti allo specchio
non vedo più il mio riflesso.

Cerco di sforzare un po’ la vista,
stringendo gli occhi
e aggrottando la fronte
ma niente…
nello specchio non c’è più nessuno.

Allora mi scervello,
grido, mi dispero
e quando finalmente realizzo,
non vedo più se non nero.

IN FONDO
In fondo,
ci sentiamo tutti un po’ morire
quando sappiamo bene
che il nostro lieto fine
mai non avverrà.

Alle volte possiamo sfiorarlo
o credere di averlo fatto
ma sono solo suggestioni,
autoindotte
per paura del fallimento,
ogni volta più scottante.

Cerchiamo allora
di aggrapparci ad una luce
che la maggior parte del tempo,
per noi,
resterà spenta.

POESIA TRISTE
Poesia triste
per un cuore che soffre
cercando il tuo sguardo indifferente.

Poesia triste
per quelle stelle rimaste senza luna
che al buio brillano lo stesso.

Poesia triste
per i sentimenti inascoltati,
ahimè destinati a cadere nell’oblio.

Poesia triste
perché anche se ci crediamo ancora
siamo costretti a cambiare idea.

OLTRE
A Chiara
Cosa c’è oltre il tuo sguardo,
se non un universo infinito
che con le sue galassie
risplende nei tuoi occhi?

PENSAVO DI AVERTI PERSA
A Chiara
Pensavo di averti persa
dopo che le mie parole
entrarono nel tuo cuore.

Invece mi sbagliavo
perché da lì non sono più uscite.

VERTIGINE
A Chiara
Emise un sospiro
lasciando dietro di sé
le sue insicurezze
come se non dovesse mai più
averne a che fare.

Cercò qualcosa con lo sguardo,
forse l’ombra della donna che amava.

Ella, vicina nell’animo,
apoggiò la testa sulla sua spalla
perché si sentiva tranquilla lì,
in quel luogo di pace
ad ascoltare le onde scrosciare
sotto limpide stelle.

Era la prima volta
che le ammirava insieme a lui.

Sopra, solo il cielo.
Davanti, solo il mare.

Questa è la vertigine
di chi cerca l’infinito
tra emozioni mal celate.

MENOMALE
Chiara è il mio menomale
in tutte le situazioni difficili
che mi accadono ogni giorno.

Quando non so come affrontarle,
penso a lei,
asciugo le lacrime,
abbozzo un sorriso
e vado avanti.

ARCOBALENO
Chiara è quell’arcobaleno
che spunta fuori durante le giornate di pioggia.

Inaspettato,
colora il pallido grigiore quotidiano
e lo rende diverso,
restituendo ai miei occhi un briciolo di felicità.

TRAMONTO
A Chiara
Quando la carezza della notte
incontra l’abbraccio del giorno,
i nostri cuori sono uniti
da un unico tramonto.

MI VIENE DIFFICILE DIMENTICARTI
Mi viene difficile dimenticarti, Chiara,
perché ogni volta che sogno,
ogni volta che sono sveglio,
ogni volta che sono triste,
ogni volta che sono felice,
ogni volta che sono pensieroso,
ogni volta che non lo sono,
il tuo viso mi ritorna alla mente
e rivivo quelle sensazioni,
residui di un momento ormai andato,
che evocate dal cuore
rendono inerme il mio cervello,
incapace di essere razionale,
forse perché l’amore non lo è
ed è giusto che sia così.

E ALLA FINE
A Chiara
E alla fine,
un tuo abbraccio risolve sempre tutto
qualunque sia la situazione,
magari perché ti voglio bene
o anche perché ti amo.
Allevia ogni mia sofferenza
aiutandomi a lasciarla andare
e alla fine,
non ci penso più.

LE VERITÀ DELL’ANIMA
A Volpe
Ho bisogno di parlarti
prima che tramonti la Luna
sprofondando nel suo abisso.

Ho bisogno di vederti
e sentire ancora la tua voce
mentre si perde tra gli echi della notte.

Ho bisogno di stringerti
come quella sera ormai perduta,
quando l’estate volgeva al termine
e le foglie lentamente ingiallivano,
cadute dagli alberi,
senza che ne fossero coscienti.

Ho bisogno di leggerti
attraverso uno sguardo sfuggente,
provando invano ad acciuffarlo
come si fa con le farfalle

che svolazzano intorno a noi
disegnando forme disparate,
inafferrabili e splendide,
incomprensibili quasi,
ma sempre con la speranza
di poter tornare alla vita precedente,
così lontana
nel tempo e nel ricordo.

Ho bisogno di raccontarti ogni cosa,
dimenticata,
passata,
smarrita,
e quanto dobbiamo ancora sopportare,
confinati nei nostri corpi,
resi prigionieri,
impossibilitati a fuggire,
continuamente costretti a soffrire.

NON VOGLIO PARLARE
A Volpe
Non voglio parlare.
Non questa sera. Non adesso. Non domani.
Me ne starò qui in silenzio, con la testa rivolta verso l’alto a guardare le stelle illuminarsi per l’ultima volta e a cercare di capire come sia possibile che il cielo diventi ogni giorno più grande e noi, sempre più piccoli.
Non voglio parlare.
Non questa sera. Non adesso. Non domani.
Voglio solo fermarmi un momento, prendere un respiro e pensare che si tratti di un bellissimo sogno, tutto frutto della mia fantasia.
Cosa potrebbe mai essere altrimenti?
Non voglio parlare.
Non questa sera. Non adesso. Non domani.
Però ti chiedo una cosa: resta con me.
Stammi vicino se davvero ci tieni ma non voglio parlare.
Non questa sera. Non adesso. Non domani.

* Questa prosa poetica è stata tradotta in lingua francese ed inserita nell’antologia “Du coté de la beauté, Anthologie bilingue d’écrivains italiens à Paris”, presentata a Minori (Costiera Amalfitana), a Francavilla al mare (Abruzzo) ed infine a Parigi, al Café Les Deux Magots.

POSTFAZIONE DI NELLA MARTINO

È oltremodo una situazione sui generis la redazione di questa postfazione, dal momento che, io che la scrivo, sono anche dedicataria dell’opera. Ringrazio l’autore per la stima e la considerazione, che nutre nei confronti della sua insegnante di latino e greco del liceo. In quanto “persona informata dei fatti”, potrei raccontare molti particolari sui motivi della genesi, sulle fasi, spesso tormentate, dell’operazione di scrittura dell’opera, maturata in un momento particolare del percorso artistico del poeta, mi limiterò, tuttavia, a tracciarne le linee essenziali.
“Le verità dell’anima”, almeno nell’intento dell’autore, avrebbero dovuto costituire la naturale prosecuzione di quel sentire poetico, che aveva manifestato al suo debutto con “Amarillys. Lacrime di passione”. L’ispirazione poetica, però, nel suo volare libero, ha esplorato nuovi orizzonti e nuove situazioni, dilatandosi in un universo più ampio e, per certi versi, anche più strutturato dal punto di vista artistico. Se nella prima fortunata raccolta prevaleva l’urgenza di chiarire i contorni della passione amorosa e degli effetti spesso dolorosi, che genera nell’animo del poeta, qui, invece, è posto l’accento sull’amara consapevolezza dell’impossibilità di connettere con il sentimento amoroso mondi interiori diversi. L’amore è visto come una forza portentosa che, pur sprigionandosi impetuosa, rimane solo in potenza e il poeta, rinchiuso nei confini del proprio io, molte volte, la subisce, restandone travolto. Poiché non si verifica nessuna condivisione empatica dei sentimenti tra gli amanti, rimane cantore di se stesso in un solipsismo spesso autoreferenziale in un contesto di amara e cocente disillusione. Le varie muse ispiratrici del poeta saranno anche persone reali, incontrate forse in varie occasioni di vita, ma qui perdono i contorni della contingenza e della fisicità in un gioco aoristico di proiezioni intellettuali e si fanno archetipi dei caratteri dell’universo femminile, che oscillano dalla lusinga alla dolcezza, alla scaltrezza, al fascino della seduzione e infine alla freddezza della razionalità, così come si evince anche dagli pseudonimi delle dediche. L’amore, però, non è l’unico sentimento cantato dall’autore: la speranza nella

forza della parola poetica, che svela la conoscenza e la soglia del futuro, il dolore per una perdita fisica e intellettuale, la cocente disillusione sulla vanità delle certezze, sulla ragione e sulla teleologia della vita umana e dell’universo, la pace e l’inquietudine nel contemplare un’alba o un tramonto o il firmamento o il moto incessante delle onde del mare.
I sentimenti appunto sono le verità dell’anima che incatenano il poeta, novello Odisseo, all’albero della nave e, infine, lo salvano dal canto ammaliatore di molte sirene e gli permettono di varcare il mare dell’infinito. Anche dal punto di vista stilistico la raccolta si rivela composita, con molte ascendenze poetiche e letterarie note, che, lontane dalla mera imitazione, costituiscono strumenti espressivi di autentico sentire.
Discorrendo con l’autore sui suoi progetti futuri, mi ha confidato l’intenzione di voler esplorare anche l’universo della prosa e, magari, raccontare più distesamente e realisticamente innumerevoli reti di vissuti esperienziali reali o immaginari, per tentare di interpretare con altre forme la complessità dell’essere umano e la realtà che lo circonda.

RINGRAZIAMENTI
Dedico questa mia seconda raccolta a tutte quelle persone che mi hanno accompagnato lungo un percorso fatto di emozioni e sentimenti. A Francesca Gizzarelli, l’artista dall’animo puro, per aver realizzato la splendida copertina. Al professor Massimo Pasqualone, prezioso Mecenate, per avermi dato fiducia nella realizzazione di una serie di progetti. A Cristina Pitucci, la mia critica più critica. Al professor Tiziano Viani, mio punto di riferimento nella poesia e nella vita. A Cristina Torto e Manuela Cappelli, le mie due ali senza le quali non avrei mai imparato a volare come gli albatri tra i nembi. Alla presidentessa Veltra Muffo, alle professoresse Maria Rosaria Giannobile e Alessandra Melideo, per l’affetto ed il supporto. Alla mia cara amica Valeria Di Toro per le meravigliose illustrazioni che affrescano questa raccolta. Alle maestre Gina e Franca, prime lettrici dei miei scritti. Alla professoressa Nella Martino, insostituibile Virgilio in questo nuovo viaggio. Alle professoresse Larici, Zulli e DiCampli per aver apprezzato i miei umili versi. A Lorenzo Panico per avermi fatto tornare il sorriso.
L’AUTORE
Stefano Maria Simone nasce a Chieti l’8 settembre 2002. È iscritto alla facoltà di lettere classiche dell’Università “Gabriele d’Annunzio” di Chieti. Nel 2022 ha presentato la sua prima raccolta di poesie dal titolo “Amaryllis, lacrime di passione”, edizioni Irdidestinazionearte, con prefazione di Massimo Pasqualone e seconda classificata al premio Internazionale Luca Romano 2023. Sempre nel 2022 viene insignito del premio Internazionale “Gabriele Basile” e del premio Internazionale di Letteratura “Francavilla Urban Festival” con la composizione “Vuoti interiori” che conquista il primo posto. Le sue poesie “Ricordi”, “Ero innamorato di un sogno” ed “Attimi”, vengono inserite nell’antologia “Il canto di Zefiro” edita da Teaternum edizioni. Dal 2022 entra a far parte del comitato scientifico dell’associazione culturale “Irdidestinazionearte” presieduta dal critico letterario e d’arte Massimo Pasqualone. Nel 2023 partecipa al simposio “Thaumazein”, in occasione del Francavilla Urban Festival, durante il quale intervista l’ex Rabbino capo di Torino, Rav Ariel Di Porto, sugli aspetti della cultura e della religione ebraica. Nello stesso anno presenta l’antologia italo-francese, edita da Teaternum edizioni, “Du coté de la beauté, anthologie d’écrivains italiens à Paris”, a Parigi, nel celebre caffè “Les deux Magots” e a Minori nel corso della “Festa del Libro in Mediterraneo, incostieraamalfitana.it” insieme al giornalista e scrittore Alfonso Bottone. All’interno del volume è contenuta una sua prosa poetica intitolata “Non voglio parlare”. Nel 2023, viene insignito nuovamente del premio Internazionale di Letteratura “Francavilla Urban Festival” con la raccolta “Le verità dell’anima”, in quel momento ancora inedita, che si aggiudica il primo posto. Viene nominato membro della giuria tecnico scientifica del premio Marrucino 2024 che si è svolto nell’omonimo teatro teatino. Da gennaio 2024 collabora con il Giornale di Chieti curando una rubrica di letteratura e dedicandosi anche alle interviste. Tra i personaggi intervistati: il politico e critico d’arte professor Vittorio Sgarbi, la flautista di fama internazionale Rita D’Arcangelo, l’attore napoletano Carlo Buccirosso ed il duo comico Ale e Franz. È stato membro di tre giurie letterarie di cui una a Londra. Tiene spesso alcune conferenze sull’italianistica presso l’Università del Sapere di Scafa diretta dalla professoressa Nella Martino.

Previous Story

A Francavilla al Mare presentazione e donazione della tela “Tracce partecipate 2024”

Next Story

ATLETICA LEGGERA TEATINA SUGLI SCUDI NEI CAMPIONATI REGIONALI INDIVIDUALI CON CAPUZZI, PASTORELLI, D’ANGELO, GALLI

Ultime notizie da Blog

Latest in Music

About us

One thousand years ago, superstition and the sword ruled. It was a time of darkness. It was a world of fear. It was the age of gargoyles. Stone by day, warriors by night, we were betrayed by the humans we had sworn to protect, frozen in stone by a magic spell for a thousand years.

Now, here in Manhattan, the spell is broken, and we live again! We are defenders of the night! We are Gargoyles! Scout troop short a child, Khrushchev’s due at Idelwyld… Car 54, where are you? Harlem that’s backed up.

Authors

Newsletter

© COPYRIGHT 2023 – IL GIORNALE DI CHIETI.
PIAZZALE MARCONI N.69 – 66100 CHIETI
ILGIORNALEDICHIETI@GMAIL.COM | C.F. 93062690693.


Deprecated: Non-static method snwp_Show::fake_wp_footer() should not be called statically in /home/hkagijcn/public_html/nuovo/wp-includes/class-wp-hook.php on line 308