La parola tra meditazione e comunicazione: riflessione a due voci

“Amo le parole da quando sono piccola. Mi sono abituata così tanto a mettere per iscritto i miei pensieri e sentimenti che la mia arte oratoria è pressocché nulla.”

Ciao Letizia,
Hazel Fox si ritrovava spesso con in testa l’idea che la sua opinione non valesse abbastanza, che fosse meglio tenersela per sé e seguire la massa. Anche quando si era trattato di scegliere del proprio futuro, aveva lasciato la decisione in mano ai suoi genitori, che le imposero di studiare matematica all’università, materia che lei odiava.
Nonostante provasse più volte ad esprimere ciò che sentiva e pensava, le parole che desiderava tanto pronunciare rimanevano un pensiero inespresso, senza essere in grado di diventare voce.
Hazel si ritrovava spesso ad odiare se stessa nel non riuscire a esternare la propria volontà, ma la paura era più grande del desiderio di aprirsi agli altri e si ritrovava ancora una volta ad accettare le cose com’erano, senza fare nulla.
Questa sua paura svaniva, però, quando impugnava una penna ed iniziava a scrivere. Passava ore con la testa fra le pagine del suo diario ed esprimeva per iscritto tutto ciò che pensava, lo faceva per svagarsi e per non tenersi tutto dentro. Dentro di sé sperava che un giorno sarebbe stata in grado di confidarsi con gli altri e dire loro ciò che pensava, dare la sua opinione sulle cose e non limitarsi ad un “come preferisci” o un “scegli tu, per me è uguale”.
Hazel Fox mi fa riflettere su quanto sia importante non solo avere ma anche esprimere una propria opinione sulle cose: non bisogna mai seguire la massa solo perché si ha paura che un’idea diversa possa scatenare una reazione negativa da parte di un altro. Andare dietro al pensiero comune spesso, a dire il vero quasi mai, significa che esso sia effettivamente giusto.
​​​​​​Chiara DI EGIDIO

Ciao Chiara,
come hai detto tu, il grande limite di Hazel è quello di non saper esternare il proprio pensiero. Il personaggio fallisce quando lascia solo alla carta la propria opinione. Infatti, le parole scritte su carta hanno valore solo quando vengono lette, ma se rimangono private non servono alla crescita personale; al contrario, le parole donate agli altri possono essere ragione di arricchimento per tutti.
Le parole hanno un loro peso e una loro potenza: possono avere un impatto proficuo sulle nostre vite oppure possono rappresentare un ostacolo per l’espressione di una propria opinione, come nel contesto di inconsapevolezza che descrive Manzoni ne ‘I Promessi Sposi’ e nel quale <>. Capita spesso che girino voci date superficialmente per vere informazioni, con l’abbassamento a zero del valore del proprio pensiero critico.
Le parole possono essere utilizzate per costruire, ma anche distruggere, per unire o dividere. Questo perché le parole hanno un grande potere e con esse arrivano forti responsabilità.

Le parole buone devono: comunicare con chiarezza e precisione, evitando fraintendimenti; non offendere né ferire; promuovere la verità e l’onestà, non diffondendo informazioni false o menzogne; rispettare la privacy e la dignità degli altri; allenare la tolleranza e la comprensione; creare connessioni, perché, com’è scritto nel quinto punto del ‘Manifesto della Comunicazione non Ostile” <>.
Le parole sono trasmissione di conoscenza, espressione di saggezza e trasformazione della realtà e, dunque, devono essere utilizzate per promuovere il cambiamento sociale, la giustizia e la pace, come, ad esempio, intendevano fare quelle dei discorsi di Martin Luther King durante la lotta per i diritti civili negli Stati Uniti.

Le parole hanno il potere di trasformare la nostra vita e la nostra società: usiamole con saggezza e responsabilità.
Letizia FILIPPONE

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