“In Vino Veritatis” di Vinicio Marchioni apre la stagione teatrale ad Atessa

Si apre la stagione teatrale ad Atessa con In Vino veritas. Un bravissimo Vinicio Marchioni, accompagnato dalle note dei Maestri Pino Marino e Alessandro D’Alessandro, celebra la vita e omaggia il vino. Un viaggio antico e moderno che, sul palco del Teatro di Atessa, inizia da un bicchiere di Montepulciano.
Quante verità ci sono dentro un bicchiere di vino?
Il vino ha attraversato il tempo e lo spazio. il Nettare d’ambrosia trasformò Ulisse in Nessuno ridandogli la libertà. Il vino è un canto ubriaco che segue una scala ascendente come ci ha insegnato Hemingway. È ebrezza creatrice che scorre nelle poesie di Baudelaire.
Il vino crea la distanza necessaria per guardare ieri con indulgenza e l’oggi con benevolenza verso un sogno rattrapito di gabbiani ipotetici incapaci di volare.
In un bicchiere di vino la disillusione di un partigiano fantasma il cui ideale di resistenza è rimasto sepolto e dimenticato nella montagna. È la rabbia del soldato calabrese che comprende che la guerra trasforma i fratelli in cani dalla carne smembrata.
Ogni sorso si fa racconto intimo e familiare, una narrazione su cui si posa la malinconia.
Quella malinconia che può essere rimpianto che lega al passato e blocca in quello spazio dove tutto rimane immutabile: il dolore non si evolve, non si trasforma, non si elabora ma rimane dolore.
Ma la malinconia può essere anche gratitudine che scioglie il passato trasformandolo in gradini per l’ anima nella sua progressione in avanti. Allora la malinconia si fa dolce e diviene un tempo leggero, la brezza di una notte d’estate che muove appena un vestito bianco mai indossato, il riflesso di una luna che illumina un sogno mai sognato. La malinconia è un profumo che rimane appiccicato quando un amore finisce, è il tempo perfetto dell’alba.
La malinconia è la distanza tra noi e il ricordo di quando eravamo felici e
la felicità non si misura in periodi,ma in attimi di dimenticanza. E in uno stesso bicchiere di vino si mescola dimenticanza e ricordo.
Il ricordo di un nonno dalle parole avare, ma che il vino riesce a sciogliere e a trasformarle in racconto, commozione malinconia e gratitudine.

Annalisa Giuliani

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