Medusa ha mille volti. Ovidio in Metamorfosi ne dà una rappresentazione emblematica, narrandone la trasformazione.
Nel racconto, Medusa era originariamente una splendida fanciulla, l’unica mortale di tre sorelle, le Gorgoni. La sua bellezza aveva attirato l’attenzione del dio del mare, Poseidone, che l’avrebbe violentata in un tempio sacro di Atena. Furiosa per la profanazione del suo tempio, Atena avrebbe trasformato Medusa in un mostro con la terribile capacità di pietrificare chiunque incrociasse il suo sguardo.
Nel 2020 il riscatto di Medusa: perentoria davanti al tribunale di New York, rappresentata nella statua in bronzo di Luciano Garbati che raffigura il mito capovolto, poiché in questo caso è Medusa a tenere in mano la testa dell’eroe greco Perseo, vittoriosa.
Sulla scia del movimento femminista, Medusa è diventata simbolo del victim-blaming, ovvero la tendenza a incolpare le vittime di stupro per quanto hanno subito. La statua di Garbati dinanzi al tribunale newyorkese rende omaggio proprio alla rabbia delle donne, per tutte quelle volte in cui la risposta a una denuncia di abuso è stata “se l’è cercata!”, “io non le credo!”, oppure “avrebbe potuto dire di no!”. Ovviamente le critiche sono arrivate a pioggia e da ogni lato, persino quello femminista.
Va invece tutelato senza dubbio il valore simbolico di Medusa, consentendole di vivere oltre il tempo e lo spazio.
Così, durante il Dante Day, la classe 4M del Liceo Gonzaga, in una rappresentazione dei canti più importanti dell’Inferno di Dante Alighieri, dà voce proprio alla sacerdotessa, ricorrendo alla figura, quale artificio per poter narrare al meglio la triste storia di Paolo e Francesca. Medusa è narratrice onnisciente, giacché conosce tutte le dinamiche della vicenda e allude anche ai suoi personali ricordi.
La scelta di Medusa narratrice nasce dalla somiglianza della sua vicenda con quella di Francesca. Ella, prima servendo la dea, si ritrova a vivere la propria sventura a causa di qualcosa che va contro la sua volontà; Francesca muore senza avere l’opportunità di difendersi.
Così, nella conquistata facoltà del raccontare, Medusa diviene simbolo della “rivincita della rabbia delle donne”, e non solo ha l’opportunità di esprimersi ma anche di denunciare.
Sul social media Tik tok, sta spopolando il trend “medusatattoo” utilizzato per denunciare violenze subite.
Fa riflettere il fatto che una donna vittima della violenza di una società dove ovviamente non si parlava ancora di consenso, sia divenuta nella società odierna simbolo di denuncia e rivincita.
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