Il Gonzaga in pillole:”Canserbero come Dante: due che non cantano reggaetòn”

Il viaggio di Dante nell’oltretomba, ha ispirato anche Tirone José González Orama, cantante venezuelano e attivista per i diritti umani, nome d’arte Canserbero. Per gli ispanici Canserbero è stato un mito e lo è ancora oggi, perché puoi uccidere il messaggero, come successe con lui, ma non il messaggio.
Per la prestigiosa rivista Rolling Stone, Canserbero, a soli 26 anni e con soli due album, era il miglior rapper spagnolo, al di sopra delle leggende del genere.
Attraverso le canzoni, lo sfogo e la denuncia contro un governo e una politica corrotti e incompetenti, più preoccupati di inseguire gli oppositori che di far rispettare le leggi. A 24 anni scrisse la canzone “Es épico”, canzone della quale parleremo oggi. Can si trovava in un periodo difficile della sua vita, dopo aver già perso la madre da piccolo, ora era stato ucciso suo fratello maggiore. “Es épico” narra il viaggio nell’oltretomba del rapper, immaginatosi morto in una sparatoria mentre cercava vendetta per l’assassinio del fratello: “come promisi a mio padre, morii sollevato dopo aver ucciso quel bastardo”.
Racconta di essere spinto in basso da Cerbero che non lo morde perché apprezza il suo nome da rapper e di essersi ritrovato, dopo il giudizio universale, in un cerchio affollato, perché vendicativo e assassino.
Racconta di aver visto personaggi importanti che in vita sembravano brave persone che dal mondo venivano venerate, perché nessuno sapeva veramente cosa avessero causato al popolo. Persone come Cristoforo Colombo, Napoleone, Obama e infine il Ché Guevara, denunciando ancora il dittatore che sottomise Cuba e Venezuela.
Chiese dove fosse Cristo nella speranza della salvezza ma ricevette come risposta “è stato un inganno della Chiesa per controllare tutti”. Compose versi per fuggire dall’inferno e sconfiggere Lucifero. “Perdi e prendo tuo padre come omaggio”, gli disse Lucifero e Canserbero accettò la sfida, dimostrando ancora il suo coraggio e il suo senso di giustizia. Parlò del suo rapporto col divino e dei suoi dubbi, facendo anche riferimento a versetti biblici e ringraziando Dio della voce che gli aveva donato “per usarla tenacemente come un pugnale nel cuore di Lucifero”.
Come Dante, parlò anche del suo paese e di come fosse stato maledetto dal potere. Dichiarò di rifiutare qualsiasi re, autorità o potere, compreso Lucifero. Grazie alla sua battaglia di rap, risultato vincitore, tornò in vita.
Questo dice la canzone “Es épico”.
Canserbero e Dante sono due messaggeri di Dio, ma hanno due moventi diversi: Dante compie un viaggio non solo di crescita personale ma anche per dare un messaggio all’umanità attraverso il percorso necessario agli uomini per sfuggire dalle tentazioni mondane per ricevere la grazia divina; Canserbero, oltre alla vendetta personale, vuole insegnare al suo popolo a lottare sempre per la libertà e a non accettare la privazione dei diritti.
Ancora come Dante, attraverso le sue canzoni esprime quello che per lui vuol dire raggiungere il paradiso, cioè raggiungere la donna amata. Nella sua canzone “Pensando en ti” dell’album “Vida” chiede perdono alla sua amata per gli errori commessi, promettendole che dopo la morte scapperà dall’inferno per raggiungere il paradiso in onore dei loro ricordi.
Con le sue canzoni dava la forza al suo popolo e, grazie alle sue denunce girate per il mondo, si conoscono le condizioni inumane in cui versano paesi, in cui non si ha il coraggio o la possibilità di opporsi alla dittatura a rischio della vita.
Ma le canzoni gli costarono la vita, infatti venne torturato e ucciso nel 2015 all’età di 26 anni, dal governo venezuelano, perché come disse lui “vogliono che canti reggaetòn, perché è più facile controllare il popolo che canta e balla e non si oppone.”
Solange Nuñez

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