Il Gonzaga in Pillole: “Al liceo con una marcia in più”, di Letizia Filippone

Spesse volte mi interrogo su quale sia il valore aggiunto della scuola nella formazione di chi ha solo quindici anni. Penso che perché essa possa realmente contribuire alla crescita di un adolescente, non debbano mancare ingredienti come: l’accoglienza, la disponibilità all’ascolto, le competenze da parte degli insegnanti e, dal canto degli alunni, curiosità, voglia di imparare, educazione e, soprattutto, aspettative.

Essendo ‘primina’, il primo giorno di scuola ero un po’ intimorita e non sapevo bene cosa mi aspettasse. 

Come ogni mattina, mi sono svegliata con il suono della sveglia, regolata per farmi alzare in tempo in modo tale da iniziare la mia routine mattutina: colazione, abbigliamento, bracciali, orecchini, un filo di mascara, zaino in spalla e pronta per andare al liceo con l’autobus. Fuori dalla scuola la maggior parte dei ragazzi era più grande di me ed io, incuriosita e anche un po’ spaventata da quello che mi aspettava, al ‘driiin’ della campanella mi precipitai nella mia nuova classe. La mia prima impressione sui compagni è stata buona, e trascorsi tre o quattro mesi con loro potrei dire che siamo una bella classe. Fortunatamente mi sembra che finora si sia formato un buon legame fra me e i miei ‘colleghi’, ma sono sicura che questo rapporto non potrà che crescere nell’arco dei 5 anni. Per quanto riguarda i professori non ho nulla da dire: ‘a pelle’ mi sembrano tutti ottimi insegnanti. 

Quest’anno, “salita di grado”, sono consapevole di dovermi impegnare nello studio ancora di più rispetto al passato. Secondo me il modo migliore per affrontare questi 5 anni di liceo, e questo non solo per me, ma per tutti quelli che sono nella mia situazione o che comunque si trovano a dover affrontare i tanti cambiamenti della vita, è sicuramente vivere appieno l’esperienza e pretendere il massimo da se stessi, perché è il momento di farlo senza piangersi addosso per gli insuccessi che sicuramente capiteranno. So di essere una ragazza determinata che vuole per sé sempre tanto e, infatti, per questa ragione mi capita di rimanerci male quando qualcosa va diversamente rispetto a come me l’ero immaginata, sia in ambito scolastico che non. Penso, tuttavia, che il dispiacere non debba rappresentare mai un ostacolo, anzi sempre essere un incentivo a fare meglio. E questo vale nella vita. Mai rinunciare ma, al contrario, agire con spirito propositivo. E questo è l’augurio che faccio a tutti i miei coetanei e non.

La mia ansia da primo giorno di liceo è ormai sparita quasi del tutto, poiché ho avuto il tempo di ambientarmi e ho capito di aver trovato un posto molto accogliente. Ora mi ritrovo in un ambiente completamente nuovo: nuove persone, nuove materie…nuovo tutto in generale. E in tutto ciò proverò a mostrare anche una versione di me che in pochi conoscono. Una nuova me che ha tanta voglia di imparare, di impegnarsi e di socializzare, ma che ha anche tanta voglia di divertirsi e di godersi questi anni che saranno probabilmente tra i più belli della mia vita, perché a quindici anni bisogna avere tenacia e insieme tanta cura per la propria persona.

Certamente ringrazio il presente che mi ospita e che mi è favorevole, ma se così non fosse, cercherei ugualmente di procedere sulla mia strada verso la realizzazione personale. E tutti dovremmo non smettere mai di puntare al nostro meglio e di costruire le condizioni necessarie per raggiungerlo, anche quando non ci sono.

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