Al Teatro Marrucino Angela Finocchiaro brilla e conquista i cuori degli spettatori

Al Teatro Marrucino terzo appuntamento della stagione di prosa, sabato sera, con lo spettacolo Il Calamaro Gigante per la regia di Carlo Sciaccaluga, e con Angela Finocchiaro e Bruno Stori. Un teatro gremito, che ha confermato la particolare sensibilità del pubblico teatino nei confronti della prosa, e che ha accolto una storia tratta dal romanzo omonimo di Fabio Genovese, ma interpretata dalla Finocchiaro con la brillante ironia che la contraddistingue e che ha divertito il pubblico, lasciando però anche tante riflessioni, tanti punti di domanda che hanno colpito il cuore e l’anima di tutti i presenti. Il calamaro gigante non è solo una fiaba, una leggenda in cui ognuno sceglie di credere o non credere, ma è soprattutto un viaggio introspettivo che Angela, emblema di una donna disincantata e rinchiusa nel suo mondo mediocre, chiuso e pieno solo di certezze false e illusorie compie con l’aiuto di Monfort, uno scienziato esploratore proveniente da un’altra epoca, interpretato da Bruno Stori, con il quale sembra non avere niente in comune ma che diventerà più di un compagno di viaggio, un punto di riferimento al quale la protagonista, persa nei suoi ricordi, si aggrappa nel tentativo continuo di risalire nella superficie della sua vita. Ma il viaggio continua, riportando nella memoria e sulla scena volti familiari e persone sconosciute, ma ognuna di esse impegnata a cercare di andare oltre, a gettarsi nel viaggio della vita senza remore, senza la paura di un indefinito, con il rischio di non vedere l’orizzonte e quasi affondando negli abissi, ma gustando fino alla fine la bellezza e la meraviglia di una vita pienamente sognata e vissuta.

In un contesto mutevole, com’è quello del viaggio, la cornice scenografica procede di pari passo, sobria, essenziale, in cui spiccano principalmente grandi teli bianchi, ma che, grazie alla bravura di attori circensi e acrobati, cambia agli occhi del pubblico, assomigliando a volte ad un mare in tempesta, ad un’isola o addirittura ad un mostro marino che li ingoia, in un equilibrio continuo tra il gioco, l’ironia, e la malinconia della protagonista che rivive la sua vita con rimpianto e disillusione. Ed infine la speranza, simboleggiata da un cielo stellato, di fronte al quale Angela ritrova se stessa, e il ricordo dell’amorevole voce della nonna che la esortava ad affrontare il suo buio interiore senza aver paura e tornare a vivere la sua vita con gli occhi della piccola Angelina, una bambina fantasiosa e sognatrice. Protagonista incontrastato sicuramente è il calamaro gigante, che fa di tanto in tanto capolino tra le onde, la cui esistenza viene perennemente smentita dalla scienza per poi finalmente trionfare comparendo in scena impersonato da uno degli attori. In una sorta di dubbio amletico sulla sua esistenza, il calamaro gigante ricorda a tutti di non rinunciare mai a credere ai propri sogni, di lottare non permettendo a nessuno, ma soprattutto a noi stessi, di seppellirli nel disincanto e nella mediocrità.

Messaggi e valori che risuonavano forti in un teatro assorto e silenzioso, esploso infine in un applauso entusiasta, accolto con gioia e commozione dai tutti i protagonisti. E concludendo la serata, Angela Finocchiaro ha ricordato a tutti i teatini l’eccezionalità di un teatro così bello e maestoso, vera punta di diamante e bellezza unica del capoluogo teatino e dell’intera regione abruzzese.

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