L’artista si racconta: a tu per tu con Luigi Di Paolo

di Stefano Maria Simone

Cari lettori del Giornale di Chieti, oggi vorrei presentarvi una persona che nobilita sempre di più la nostra città con i suoi splendidi e pluripremiati quadri: il docente ed artista teatino Luigi Di Paolo. Ho la fortuna di conoscerlo da diversi anni in qualità di vicino di casa e proprio per questo, è stato un vero piacere dialogare con lui alla scoperta della grande passione che lo anima.
“Maestro, come nasce il suo amore per la pittura?”
“Mi è stato trasmesso da mio nonno quando ero molto piccolo. Infatti, la prima volta che ho posato il pennello su una tela, avevo solo cinque anni. Diciamo che mi ha insegnato tutto il necessario per intraprendere questa meravigliosa avventura artistica che purtroppo si è interrotta durante il periodo universitario ma che ho fortunatamente ricominciato quattro anni fa. ”
“Come si articola il processo creativo dietro ad ogni opera?”
“È un lavoro abbastanza impegnativo perché a precederlo c’è sempre una fase di progettazione. Ma prima ancora ci deve essere un buon punto di partenza come un sogno o un passato già vissuto. In questo, l’immaginazione non conosce limiti. Poi, però, bisogna procedere ad una realizzazione concreta in cui si può anche sperimentare. Attenzione, non è detto che ciò che si è progettato sarà l’opera definitiva. Il processo creativo può cambiare in qualsiasi momento. È imprevedibile.”
“Quali sono i suoi modelli di riferimento?”
“I movimenti artistici che si collocano tra la fine dell’ottocento e gli inizi del novecento ma anche la pop art degli anni sessanta.”
“Qual è, invece, il significato insito nella sua arte?”
“In ogni mia opera impiego colori molto vivi per invogliare l’osservatore alla serenità e alla gioia. È quello il messaggio principale che cerco di trasmettere.”
“Per concludere la nostra intervista, in cosa consiste, secondo lei, il potere della sua arte?”
“Non credo che la mia arte abbia un potere ben preciso. Tuttavia la interpreto come un contributo personale che possa permettere a chiunque di riconoscersi e di empatizzare con ciò che ho creato e che ha preso forma a partire dalla mia interiorità.”

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