Studioso dannunziano ormai tra i maggiori in Italia come testimonia la mole della sua produzione letteraria con la quale ha esplorato soprattutto aspetti poco conosciuti della vita del Vate, Enrico Di Carlo presenta domani, mercoledì, a Chieti presso la Casina dei Tigli (Villa Comunale) la sua ultima opera “Il brindisi del Poeta astemio” (Verdone editore) scritto insieme con Luca Bonacini. Nell’occasione Enrico Di Carlo dialogherà con Luca Cipollone presidente dell’Associazione “Noi del G. B. Vico”. Appuntamento alle 18.
Di Carlo e Bonacini si integrano alla perfezione, essendo il primo l’esperto dannunziano tout court, mentre l’altro si occupa di enogastronomia e letteratura e delle loro connessioni.
Così l’ossimoro “brindisi” e “astemio” saldati nella figura del Poeta dà origine ad un volume che propone all’attenzione un inedito d’Annunzio.
“Gabriele d’Annunzio non fu astemio come invece volle sempre far credere pur di rimanere coerente alla sua immagine di esteta– spiega Di Carlo – Il poeta fu al contrario un raffinato conoscitore di vini e di liquori. Il nostro lavoro mette in luce un rapporto quanto mai contraddittorio tra lo scrittore e l’alcol. Bevitore di acqua purissima (prediligeva quella minerale) in banchetti ufficiali, mostrava familiarità con vini e champagne in occasioni mondane e private, magari in compagnia di qualche donna. I vini li decanta, li storicizza, li contestualizza, li rende protagonisti di vicende personali e di famose pagine letterarie. I vini italiani raccontati e forse bevuti da d’Annunzio, comprendono dodici regioni, sicuramente il meglio della produzione enologica del tempo. Si va da Barolo al Moscato, dal Chianti al Soave, dal Nepente di Oliena al Capri Bianco, passando naturalmente per il Montepulciano del suo Abruzzo. Per la prima volta vengono studiate le etichette conservate nella cantina del Vittoriale, poco prima della morte avvenuta il primo marzo del 1938. Sono 295 bottiglie di qualità elevatissima e con costi che anche allora erano proibitivi; un vero e proprio tesoretto a conferma dell’elevato tenore di vita dell’anziano scrittore. Tra le altre curiosità del libro, si segnalano la denominazione acquarzente, in sostituzione del francese cognac, la scelta di chiamare molovin un liquore da lui inventato, e i carteggi con celebri produttori e ristoratori dai quali si faceva inviare casse di vino pregiato, magari in cambio di una sua foto con dedica”.
Al termine della presentazione farà seguito la cena con degustazione di piatti abruzzesi preferiti da d’Annunzio.