Fratelli d’Italia: “Faida fra gruppo De Cesare e sindaco ombra Febo: e a pagare sono Maretti e la fascia più bisognosa della popolazione”

“Siamo costernati di dover assistere all’ennesimo spettacolo teatrale messo in scena dalla “Compagnia Ferrara” ai danni della città di Chieti. In mattinata è saltata per mancanza di numero legale la commissione sul regolamento comunale per la disciplina della co-progettazione del rapporto fra amministrazione comunale ed Enti del terzo settore nell’ambito dei servizi sociali”. Lo dicono i consiglieri comunali di Fratelli d’Italia, Carla Di Biase, Giuseppe Giampietro  e Roberto Miscia che sottolineano: “Ci pare evidente come le dimissioni a metà dell’Assessore Maretti siano quanto da noi già sottolineato più volte in questi anni. È difficile per una amministrazione come questa, che si regge sulla logica della spartizione delle poltrone e degli incarichi e sull’accordo tra le varie correnti della maggioranza, decidere quale debba essere la filosofia di fondo alla base del rapporto che l’ente deve tenere con il terzo settore. Ancor più difficile è, in un clima del genere, individuare le azioni finalizzate alla sicurezza e alla tutela sociale.  A pagare le spese della faida interna che si sta consumando tra il gruppo del Vicesindaco De Cesare e quello che fa capo al Sindaco ombra Luigi Febo, non è solo l’assessore Maretti, ma tutta la fascia più bisognosa della popolazione.  Più volte abbiamo ribadito ai colleghi di maggioranza la volontà di collaborare su tematiche per noi prioritarie, offrendo soluzioni, proposte e spunti di riflessione, ma l’unico risultato evidente  sotto gli occhi di tutti sono gli stracci volati tra le consigliere Di Pasquale e Di Roberto, lo sperpero di denaro pubblico, le promesse non mantenute, delle opere pubbliche da inaugurare, l’accumulo di debiti fuori bilancio e la totale mancanza di capacità gestionale dei fondi Pnrr. Dal canto nostro – concludono i tre consiglieri comunali – ci auspichiamo che, quantomeno, all’interno dell’amministrazione ci sia qualcuno che faccia rispettare le regole dell’ente e non permetta più tale sperpero di denaro pubblico e un andamento diverso delle commissioni in virtù di una dialettica politica di costruzione”.

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