Cinquanta anni di palco e passione: la storia di Sergio Nardi

Una vita tra ritmo e melodia: il viaggio musicale di un artista instancabile

C’è chi la musica la ascolta, chi la vive e chi — come Sergio Nardi — la respira da sempre, come un’energia naturale che accompagna ogni istante.
Batterista, cantante e uomo di spettacolo, Nardi è uno di quegli artisti che hanno attraversato intere stagioni musicali senza mai fermarsi, restando fedeli alla passione autentica per il suono, il ritmo e la gente. La sua è una storia fatta di serate, di applausi, di chilometri macinati per raggiungere i palchi più diversi, dai piccoli teatri di provincia alle luci dei locali internazionali.

Tutto comincia negli anni Sessanta, quando la musica italiana era un fermento di complessi, balere e orchestre di piazza. Sergio, ancora giovanissimo, scopre la magia della batteria e inizia a esibirsi nei paesi dell’Abruzzo con un gruppo locale. È lì che nasce la scintilla: una scintilla che non si è mai spenta.

Negli anni successivi, quella passione diventa mestiere. Dalle prime esperienze nei night club del Nord Italia — come La Cupolatura a Barzanò Brianza — alle serate nei locali dell’Abruzzo, tra cui il celebre Blue Note di Pescara, Nardi affina la sua arte, imparando a tenere il tempo non solo con la batteria, ma anche con la voce e l’emozione.

Il suo talento lo porta poi all’estero, tra i palchi della Norvegia, della Svezia e della Finlandia, fino all’Austria, dove si esibisce al Remis di Bad Gastein. Sono anni intensi, di esperienza e maturità, in cui la musica diventa un passaporto per conoscere il mondo.

Con il passare del tempo, Sergio lascia le bacchette per dedicarsi completamente al canto, vincendo concorsi, collaborando con orchestre e calcando le scene insieme a grandi nomi della musica italiana. Dal sodalizio con il maestro Lucio Cupido all’attuale collaborazione con Peppino Di Capri, il suo percorso è la testimonianza viva di una carriera costruita con impegno, amore e professionalità.

Oggi, dopo una vita trascorsa tra ritmo e melodia, Sergio Nardi continua a portare la sua voce nei teatri, nelle piazze, nei piano bar e nelle serate dove la musica torna a essere un momento di incontro e di verità.
Un artista che non ha mai smesso di crederci, che suona ancora con il sorriso di chi sa che, finché c’è una canzone da cantare, la strada non finisce mai.

D. Come e quando hai iniziato la tua carriera musicale?
R. Nasco come batterista nel 1966. La mia prima esperienza vera è stata con un gruppo locale di Semivicoli: suonammo a Capodanno e da lì cominciò tutto. Dopo quella serata iniziammo a esibirci in varie occasioni con complessi della zona di Chieti. Era un periodo in cui si facevano le prove e poi si trovavano le serate nei paesi, e così ho iniziato a vivere la musica da vicino.

D. Cosa è successo dopo il servizio militare?

R. Dopo il militare, nel 1971, ripresi subito a lavorare nei locali notturni. Ho suonato al Night Club La Cupolatura a Barzanò Brianza, in provincia di Como, un locale molto frequentato all’epoca, con serate animate da musica dal vivo.

I miei spostamenti mi hanno portato a scoprire località affascinanti, che hanno ispirato e arricchito il mio percorso musicale e umano. Tra queste, l’Hotel Savoia e l’Hotel Cristallo a Cortina d’Ampezzo, luoghi iconici immersi tra le Dolomiti, e l’hotel La Romantica a Campione d’Italia, una cornice elegante e suggestiva affacciata sul lago.

Successivamente tornai in Abruzzo, dove mi esibii al Blue Note di Pescara, sempre come batterista nei night, affinando il mio stile e imparando a leggere le diverse atmosfere dei locali, coinvolgendo il pubblico in ogni serata.

D. Quando hai cominciato a viaggiare e suonare fuori dall’Italia?

R. Nel 1979 ho avuto l’opportunità di suonare nei paesi scandinavi: Norvegia, Svezia e Finlandia. È stata un’esperienza completamente nuova: i locali erano più raccolti, le serate intime, ma l’energia del pubblico intensa. Ho imparato a trasmettere emozioni senza parole e a portare la mia esperienza italiana in contesti molto diversi.

D. Ci puoi parlare delle tue esperienze in Austria?

R. Sì, nel 1981 lavorai a Bad Gasteinin un night chiamato Remis. Era un locale elegante, frequentato da turisti e appassionati di musica dal vivo. Lì decisi di lasciare la batteria e dedicarmi completamente al canto, concentrandomi sulla voce e sulla presenza scenica, raccontando storie con ogni canzone.

D. Quali sono stati i primi riconoscimenti importanti della tua carriera?

R. Nel 1984 ho vinto un concorso canoro con il gruppo I Nobili, classificandomi al primo posto. È stato un momento fondamentale perché mi ha confermato che il canto era la strada giusta. Nel 1985 continuai a esibirmi alla balera di Rubiera (RE), dove ogni serata era un’esperienza unica di musica e ballo.

D. Come si è evoluta la tua carriera negli anni ’80 e ’90?

R. Dal 1986 al 1990 ho lavorato con varie orchestre come batterista e cantante. Poi, nel 1990, sono diventato cantante solista dell’orchestra Spezzatadel maestro Lucio Cupido, esplorando il repertorio italiano degli anni ’60, ’70 e ’80. È stato un periodo stimolante, con il pubblico sempre molto partecipe e curioso di ascoltare nuove interpretazioni.

D. Ci racconti qualche esperienza speciale degli anni 2000?

R. Nel 2012 ho partecipato, con il gruppo Bandiera Gialla, a una serata all’Hilton di Roma per il congresso nazionale dei geometri. Tra gli ospiti c’era Albano. È stata un’esperienza indimenticabile, che mi ha permesso di esibirmi in un contesto elegante e formale, dimostrando che la musica dal vivo può emozionare in qualsiasi situazione.

D. Come prosegue oggi la tua carriera?

R. Continuo a esibirmi in piano bar, locali e serate private, collaborando con vari gruppi. Negli ultimi anni ho avuto l’onore di lavorare con Peppino Di Capri, portando le nostre serate in tutta Italia. Anche dopo decenni di carriera, la soddisfazione più grande rimane vedere il pubblico cantare e ballare, sentire che la musica crea un momento di condivisione e allegria.

D. Cosa significa per te la musica oggi?

R. La musica non è mai stata solo lavoro: è compagna di vita, linguaggio universale e modo per raccontare storie senza bisogno di parole. Continuo a suonare e cantare con la stessa passione dei primi giorni, convinto che finché ci sarà una canzone da interpretare, la strada di un musicista non finisca mai.

 

Un ringraziamento speciale a Sergio Nardi per averci concesso questa intervista in esclusiva a Il Giornale di Chieti, condividendo la sua straordinaria carriera e la passione che ancora oggi mette in ogni nota.

Da decenni sulle scene, Sergio non ha mai smesso di emozionare e coinvolgere il suo pubblico: oggi continua a regalare emozioni dal vivo, trasformando ogni concerto in un’esperienza unica e coinvolgente. La sua voce, calda e intensa, e la sua presenza scenica trascinano il pubblico, creando momenti di complicità e di vera condivisione. Ogni serata diventa un dialogo diretto con chi ascolta, un invito a cantare, ballare e vivere la musica in prima persona.

La sua capacità di adattarsi a contesti diversi — dai piano bar alle grandi sale da concerto — e di leggere l’energia della platea dimostra che l’arte non ha limiti e che la passione autentica può essere percepita in ogni nota. Con Sergio, la musica non è solo intrattenimento: è esperienza, incontro, ricordo e gioia condivisa.

In un mondo che cambia, la sua energia e il suo entusiasmo restano costanti, ricordandoci che la musica dal vivo non è mai solo suono: è vita, emozione e momento da vivere intensamente, qui e ora.

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