CHIETI. Dieci persone sono indagate nell’ambito di un’inchiesta della procura di Chieti su una truffa che ha preso di mira un ex magistrato ultraottantenne, con un bottino di quasi centomila euro, in gran parte già recuperato. Secondo gli inquirenti, i truffatori hanno seguito il noto schema dei finti operatori bancari, utilizzando il nome di Nexi per ottenere l’accesso al conto della vittima. La circostanza che il raggiro abbia colpito una persona anziana costituisce un’aggravante prevista dal codice penale.
L’episodio risale al 15 ottobre, quando il pensionato ha ricevuto un sms apparentemente inviato da Nexi, che segnalava un problema di sicurezza e invitava a contattare un numero indicato nel messaggio. Contattato il numero, la vittima è stata convinta, a fornire le credenziali del conto corrente, con la scusa di un servizio di assistenza per evitare un tentativo di frode in atto. In pochi minuti, i truffatori hanno effettuato due bonifici prosciugando il conto.
L’ex magistrato ha presentato denuncia ai carabinieri, dando avvio alle indagini coordinate dal pubblico ministero Giancarlo Ciani. Le forze dell’ordine hanno tracciato i flussi di denaro e bloccato gran parte del bottino, impedendo ulteriori dispersioni, anche verso conti esteri. Le indagini hanno portato a perquisizioni in Campania, dove risiedono gli indagati: otto uomini e due donne, di età compresa tra 37 e 79 anni. Al momento, i reati contestati sono concorso in sostituzione di persona e truffa aggravata, quest’ultima in considerazione dell’età della vittima, che ha reso più vulnerabile la difesa.
L’inchiesta entra ora in una fase tecnica. Il pm ha disposto accertamenti sui dispositivi informatici sequestrati, affidati agli esperti Davide Ortolano, Andrea Mariotti e Tommaso Rosato, che analizzeranno chat, immagini e applicazioni alla ricerca di prove e collegamenti tra gli indagati, individuando eventuali ulteriori complici. Anche gli indagati, assistiti dai propri avvocati, potranno nominare consulenti di parte. Gli inquirenti non escludono che la truffa ai danni dell’ex magistrato possa rappresentare solo una parte di una rete più ampia, attiva su scala nazionale.
