Lo speciale “Porta a Porta” andato in onda su Rai Uno la sera di Venerdì Santo sulla Via Crucis dell’Ucraina è stato aperto dall’esecuzione del Miserere che accompagna la Processione di Chieti. L’esecuzione del celeberrimo brano composto da Saverio Selecchy è stata ascoltata da milioni di telespettatori (la trasmissione ha avuto elevati indici di ascolto anche perché trainata dalla Via Crucis del Papa) e così stavolta lo struggente canto dopo due anni di (quasi) silenzio è entrato in molte case italiane.
La scelta di Bruno Vespa (non si tratta di una prima volta) è stata perciò particolarmente apprezzata ed ha suscitato un giustificato orgoglio civico visto che il Miserere del maestro teatino è un bene prezioso (ancorché immateriale, come si dice) della città. Al pari di un monumento o di uno scorcio panoramico.
Con Bruno Vespa c’è da parte nostra una affettuosa, cordiale conoscenza che risale ai primi Anni 60 quando egli era collaboratore sportivo presso la redazione aquilana de “Il Tempo” e chi scrive assolveva allo stesso impegno presso quella di Chieti. Quando il 12 aprile 1964 in occasione del derby Chieti-L’Aquila vi fu l’invasione di campo da parte dei tifosi neroverdi, fra noi non mancò un polemico dibattito sulle rispettive pagine locali del quotidiano di Piazza Colonna, ciascuno rivendicando le proprie ragioni. Per il vecchio rapporto che ci lega abbiamo chiesto a Vespa il motivo di questa sua “impaginazione” dello speciale di venerdì scorso.
Quali sono state, Bruno, le ragioni della tua scelta, di mandare in onda la composizione di Saverio Selecchy in apertura di trasmissione? “Il cuore, il sentimento di una tragedia comune, la convinzione che sia un grandissimo Miserere”: questa la risposta del giornalista, conduttore e scrittore aquilano. Una risposta molto bella, a nostro parere, e un significativo elogio al grande Maestro, vanto della nostra città.
