A Chieti rivive l’opera dimenticata di Camillo de Nardis: il 7 novembre la prima moderna di Un bagno freddo al Teatro Marrucino

Camillo De Nardis

Un nome che la storia della musica aveva quasi dimenticato torna a risuonare in Abruzzo. Il 7 novembre alle 20.30, ilTeatro Marrucino di Chieti ospiterà la prima rappresentazione moderna dell’opera buffa Un bagno freddo di Camillo de Nardis, compositore, didatta e figura di spicco della scuola musicale napoletana dell’Ottocento. L’opera, scritta nel 1880 e rappresentata una sola volta nel 1879 al Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli, viene oggi riportata alla luce grazie al lavoro del prof. Alberto Mammarella, docente di Storia della Musica al Conservatorio “Luisa D’Annunzio” di Pescara. La rinascita di Un bagno freddo rientra nel progetto POLIMNIA “L’opera per tutti!”, parte di un’iniziativa internazionale del PNRR volta a riscoprire e valorizzare opere liriche dimenticate del patrimonio italiano.

«De Nardis è stato un grande didatta, un ponte tra due epoche e due scuole di pensiero. Attraverso la sua musica, l’Abruzzo dimostra ancora una volta di essere terra fertile non solo di poeti e narratori, ma anche di musicisti di altissimo livello», spiega il prof. Mammarella.

In questa partitura, de Nardis unisce l’ironia tipica dell’opera buffa napoletana a un linguaggio armonico raffinato e personale. L’influenza abruzzese emerge nei ritmi e nei colori, rivelando una scrittura viva e immediata.

La direzione dell’orchestra sarà affidata al Maestro Donato Renzetti, tra i più apprezzati direttori italiani a livello internazionale. Sul palco, un cast di interpreti di primo piano darà corpo e voce ai personaggi dell’operetta, restituendo al pubblico l’intelligenza teatrale e la leggerezza espressiva del suo autore.

Il valore di questa riscoperta è sottolineato anche dal prof. Paolo de Nardis, discendente del compositore: «Camillo de Nardis è stato un importante compositore ma anche un grande filologo musicale e il suo Trattato di armonia un classico che ha firmato molte generazioni di allievi. Da questo punto di vista la sua produzione operistica, che è meno conosciuta rispetto a quella sinfonica, ha passaggi di particolare interesse innovativo e sperimentale sul piano del linguaggio a fronte della rivoluzione semantica che prendeva le mosse in Europa già alla fine del XIX secolo. Da qui l’importanza storica e artistica oggi di tale recupero».

Per il Teatro Marrucino, autentico simbolo della cultura teatina, la serata rappresenta non solo un evento musicale, ma anche un momento di identità collettiva. Restituire al pubblico la musica di de Nardis significa riaffermare il valore della memoria e la vitalità di una tradizione che continua a rinnovarsi. Il 7 novembre, Chieti renderà omaggio a uno dei suoi figli più illustri. E in quelle note ritrovate, l’Abruzzo riscoprirà il legame profondo tra la propria storia e la voce senza tempo della sua arte.

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