Su LABORATORIO ADOLESCENZA MAGAZINE, Francesca, studentessa sedicenne di un liceo di Milano sostiene con fermezza: «Dovremmo avere il dovere di essere informati». Un’affermazione semplice, eppure molto forte, che mi ha portato a interrogami sul nostro ruolo di cittadini in una società dove l’informazione è ovunque, ma la conoscenza è sempre più fragile.
Viviamo in un’epoca in cui l’accesso alle notizie è immediato e illimitato. Tuttavia, questo non equivale a essere davvero informati. Spesso ci si accontenta di titoli, post, brevi video su TikTok o Instagram, credendo di “conoscere” solo perché qualcosa ci è passato davanti agli occhi. L’informazione autentica, però, richiede attenzione, spirito critico e confronto tra fonti. Qui entra in gioco non solo il diritto a essere informati, ma anche – e soprattutto – il dovere di informarsi, come sostiene Francesca.
È importante parlare di dovere della corretta informazione, perché una società che non si informa o lo fa in modo superficiale è più facilmente manipolabile, più vulnerabile alla propaganda e più pronta ad accettare semplificazioni, slogan e fake news.
Anche gli adulti, genitori, insegnanti o giornalisti hanno un ruolo molto importante in questo. Spesso però sono proprio loro a credere e divulgare per primi notizie non verificate o non del tutto accertate, ritenendosi nella condizione di potersi esprimere su questioni, spesse volte, delicate, che toccano principi e, più grave ancora, persone. In questo senso, i giovani non hanno buoni esempi da seguire. Però, potrebbe essere proprio la generazione giovane a dare l’esempio, se aiutata a scegliere di leggere, approfondire, confrontarsi e, quindi, di informarsi davvero.
Bisognerebbe essere lettori “esperti” e diversi fatti recenti sottolineano l’importanza del “dovere di informarsi”. Invece, secondo un report Agcom (luglio 2025), nonostante il 90% degli italiani sia connesso tutti i giorni, molti hanno limitate competenze digitali e, per questo, si espongono maggiormente a fake news. Ancora, dall’Eurobarometro (febbraio 2025), si desume che il 42% degli under 30 si informa principalmente sui social, dove il rischio di disinformazione è alto. ANSA (marzo 2025), rileva che un fruitore su tre ha interagito con una notizia falsa. Tutto ciò mostra che informarsi in modo critico è davvero un nostro dovere.
Essere informati non è solo una scelta personale: è una responsabilità di tutti. Francesca sostiene: “Se vogliamo essere ascoltati e considerati non possiamo astrarci dalla realtà in cui viviamo. Ergo dobbiamo essere informati e consapevoli”.
Letizia Filippone
