Il Coro Acli 2000 Padre Ugolino di Chieti protagonista a BellaMa’ su Rai 2 con la musica popolare abruzzese

Ieri pomeriggio, il Coro Acli 2000 Padre Ugolino di Chieti è stato protagonista su Rai 2 nel programma BellaMa’, con la sua esibizione registrata lo scorso sabato 20 settembre nella suggestiva cornice della “Nave di Cascella” sul lungomare di Pescara.

Fondato nel 2011 su iniziativa di Pietro Figurilli, fondatore e organizzatore della rassegna corale La Passione di Gesù (presente dal 2000 in molte chiese d’Abruzzo) e Vice Presidente dell’associazione Cori d’Abruzzo Chorus Inside, recentemente scomparso, e dedicato a Padre Ugolino Frasca, storico assistente spirituale delle Acli, il coro è composto da voci miste e si distingue per un repertorio di musica popolare abruzzese. Ha all’attivo quasi 300 concerti in Abruzzo, in Italia e all’estero, partecipando in festival internazionali in Croazia, Ungheria, Spagna, esibendosi anche a Nettuno, Rimini, al Pantheon di Roma e nella Basilica San Giorgio Maggiore di Venezia. La mission del gruppo è diffondere e valorizzare la cultura e le tradizioni della regione attraverso il canto, un impegno che ha attirato l’attenzione del programma BellaMa’ e della sua conduttrice e cantante Manuella Villa, che ha intervistato i protagonisti raccontando l’importanza delle canzoni popolari abruzzesi.

Sotto la direzione del maestro Franco Becconi, il coro ha aperto l’esibizione con il celebre brano “Vola vola”, proseguendo con altre note canzoni come O’ campagnola bella, Maiella bella e Occhio di vetro. Le esecuzioni sono state arricchite dall’accompagnamento del fisarmonicista maestro Roberto Pagliaroli e dal suono del Tricchebballacche, strumento tradizionale abruzzese suonato dal corista Santo Nicolosi.

“L’impegno delle Acli, che quest’anno celebrano 25 anni di attività, e in particolare del Coro Acli 2000, di valorizzare la nostra tradizione folkloristica abruzzese e di far conoscere l’Abruzzo in tutta Italia e nel mondo, è fondamentale anche per tramandare ai giovani il patrimonio inestimabile dei nostri usi e costumi”, ha dichiarato Ambra Porreca, corista e presentatrice del coro.

A sottolineare l’importanza del lavoro svolto dal coro è stato anche il maestro Franco Becconi: “La prima cosa che noi dobbiamo tener conto è il compito che hanno questi cori in Abruzzo, come in tutta Italia, ossia promuovere le tradizioni, che si vanno perdendo poco alla volta anche per la carenza di giovani. Le attività che noi portiamo avanti sono volte a promuovere le tradizioni, e cercare di farle conoscere ai giovani. Naturalmente è importante in questo anche la bellezza dei canti, perché in Abruzzo abbiamo canti meravigliosi: a parte ‘Vola vola’, ci sono altri brani molto importanti a livello testuale e molto sentiti dagli abruzzesi, come il toccante ‘Amara terra me’’, scritto in occasione del terremoto de L’Aquila, oppure ‘Maiella bella’, salterello scritto per il coro, una sorta di danza ma cantata, o ‘J’Abruzzu’, inno alla regione dal Gran Sasso alla Maiella fino alla marina. Tutto questo è volto a promuovere le nostre tradizioni, ed è questo il compito della nostra associazione e del nostro coro”.

A impreziosire l’evento è stato anche il contributo dei musicisti Simone Pieramico (in arte Simone e il suo Ddubbotte), Franco D’Amico, Gianluca Di Quinzio e Giovanni Romanelli, autore di canzoni in dialetto abruzzese. Con chitarra, armonica e soprattutto il Ddubbotte, organetto diatonico tipico della regione, hanno coinvolto non solo Manuella Villa, ma anche il numeroso pubblico presente, offrendo un’esperienza autentica di musiche e balli tradizionali.

Oggi, il recupero e la valorizzazione di queste tradizioni rappresentano non solo un atto culturale, ma anche un gesto politico nel senso più ampio: “Significa scegliere di non dimenticare, di dare spazio alla pluralità delle voci, di riconoscere il valore delle radici”, spiega l’importanza di sostenere i cori popolari Giovanni Romanelli, che aggiunge: “Le canzoni abruzzesi sono veramente la nostra colonna sonora. Ci rappresentano in Italia e non solo, e tant’è che io, benché pensionato, scrivo io stesso canzoni in dialetto abruzzese, tra le quali ‘L’Abruzzo è come lu pane’, perché l’Abruzzo, come il pane, è buono, forte, gentile ed è indispensabile nella vita di una persona. Nella vita e nella formazione dei giovani abruzzesi la cultura tradizionale della regione è fondamentale perché i giovani non devono dimenticare il nostro vernacolo, formato da un misto tra longobardi, francesi e napoletani, che hanno dato vita a una lingua bellissima.”

Ospite d’eccezione della mattinata Antonio Potere, fondatore e regista della Compagnia “I Marrucini” di Chieti, e vero e proprio depositario dell’anima più nobile delle tradizioni abruzzesi, con l’obiettivo di una sempre maggiore riscoperta e valorizzazione del patrimonio abruzzese e di un vernacolo capace di esprimere emozioni e valori in modo unico e autentico: “Oggi i ragazzi si allontanano da queste tradizioni molto importanti perché si sta perdendo l’uso del dialetto, non venendo insegnato e usato nelle case. Il dialetto è molto importante, è la nostra radice, è il modo più diretto e autentico per esprimere noi stessi e non si perderà mai”.

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