Chieti nel Settecento era una delle città più importanti del Regno di Napoli. La sua dimensione era sovrapponibile con l’attuale centro storico, allora diviso in quattro parrocchie (San Giustino, SS Trinità, S. Antonio, S. Agata) per un totale di 1.386 nuclei familiari. Nella zona sub urbana abitavano altre 452 famiglie dedite all’agricoltura. Complessivamente, dal catasto del 1732, risulta che a Chieti (centro storico e zona rurale) abitavano 9.395 persone. Da qui un primo dato che ci potrebbe sorprendere: ogni nucleo familiare, chiamato Fuoco, era mediamente composto da 5,1 elementi. Quindi, contrariamente a quello che si potrebbe pensare, non vi era la cultura della famiglia patriarcale.
Chieti, la piccola Napoli, veniva detto in quel periodo e a buon ragione. Vi abitavano ben 27 famiglie nobili (5 marchesi, 1 duca e 21 baroni) delle quali 18 nella parrocchia di San Giustino, 5 in quello di S. Agata e 2 ciascuna nelle parrocchie della SS. Trinità e S. Antonio.
57 gli alti funzionari e dipendenti pubblici; 49 gli studenti e gli scolari (oltre ai seminaristi); 100 dediti alla difesa e sicurezza del territorio; 1002 lavoratori della terra, 583 artigiani, 145 commercianti, 372 domestici e 187 lavoratori nelle scuderie.
Lo Stato allora non si occupava di attività assistenziale che era lasciata alla Chiesa, alle Confraternite e alle persone di buona volontà. A Chieti vi erano 13 Confraternite, 5 Conservatori, 1 Monte di Pietà, 1 Monte dei Poveri, 1 Ospedale ben funzionante, 1 Ruota per i neonati non desiderati.
Molti i teatini illustri che ricoprirono incarichi importanti (Ferdinando Galiani, Romualdo de Sterlich, Federico Valignani, Antonio Nolli) ed altri che lasciarono una loro traccia. Ben 23 le attuali strade teatine dedicate a personaggi del Settecento nati o vissuti a Chieti e 7 quelle che ricordano mestieri e caratteristiche dell’epoca.
Aurelio Bigi tratterà anche su come era organizzata la Chiesa del Settecento, sulla massiccia presenza di sacerdoti nelle chiese di Chieti e di religiosi e religiose nei tanti conventi e monasteri teatini, su come venivano nominati i parroci e gli arcivescovi.
Ed ancora: come funzionavano la Sanità, l’Istruzione e il sistema stradale; come Chieti fu ristrutturata e abbellita dopo il terremoto del 1706; le tante opere d’arte realizzate in detto secolo; la creazione del Miserere di Selecchy.
Il ciclo di Incontri è aperto alla cittadinanza ed è volto a recuperare la memoria storica della città e a meglio approfondire tematiche di interesse generale.
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