Appuntamento con la rubrica “Tra le righe”: ospite Anna Cantagallo


Ospite nella rubrica TRA LE RIGHE è Anna Cantagallo, medico, vive a Roma. Ha pubblicato con Gremese la collana scientifica La scienza in cucina. Ha scritto numerose opere teatrali rappresentate. Il romanzo Arazzo familiare (Castelvecchi, 2021), il primo della saga, sta ricevendo consenso di pubblico e di critica (premi: La donna si racconta, Histonium, Cologna spiaggia, Portovenere, Gianantonio Cibotto, Giovane Holden, Michelangelo). Il sole tramonta a mezzogiorno ha vinto il I premio per la narrati va inedita al Milano International 202
L’autrice nei suoi romanzi Arazzo familiare e Il sole tramonta a mezzogiorno, narra le vicende di una famiglia, una narrazione tutta al femminile poiché le protagoniste dei romanzi sono donne che attraversano il tempo con le loro storie. Arazzo familiare è un romanzo intenso in cui il tempo ha la consistenza di fili “d’oro, d’argento e di bisso” che si intrecciano nella trama e nell’ordito di un arazzo tessuto da tre donne che hanno in comune lo stesso sangue, lo stesso DNA, e la stessa radice nel nome. Maricò la madre, Marilì la figlia, Marigiò la nipote. Tre donne che con le loro storie personali ci raccontano il novecento e la sua Storia. Dalla prima guerra mondiale al movimento del 68. Tre donne in cammino verso la consapevolezza, la libertà, la dignità. Maricò il cui destino è scritto da altri, senza possibilità di scegliere, di desiderare, di sognare. Sottoposta alla volontà prima del padre e poi del marito. Confinata nel ruolo di figlia, di moglie, di madre, sempre al servizio degli altri nella cura e nella cucina. Marilì vive l’orrore della seconda guerra mondiale con il suo carico di sofferenza e miseria, che nel buio senza speranza di una notte di bombardamento, intravede una scintilla di amore che diventerà un appiglio per sopravvivere e segreto indicibile. Marigiò vive il 68 con le sue contraddizioni e le sue ipocrisie. Anni di cambiamenti solo in superficie, enunciazioni di principio che mal si coniugano con la realtà. Marigiò, la studentessa libera e emancipata si renderà conto che il suo corpo continua ad essere oggetto di dominio, e il suo sentire invisibile e vano. I fili dell’arazzo tornano ad intrecciarsi nel romanzo “Il sole tramonta a mezzogiorno” dove troviamo un’altra donna Maria Paola, senza più voce, solo il battito del cuore che risuona in un monitor di una stanza asettica di un ospedale. E davanti a quel corpo muto, Marigiò mette in fila le sue parole in uno struggente conto alla rovescia. Maria Paola percorre il suo viaggio di solo andata, accompagnata dalla confessione di Marigiò. Parole di congedo che vorrebbero essere un balsamo per lenire ferite, per chiedere perdono e per darsi perdono.
E tra le pagine si insinua il buon cibo, con i suoi profumi, i suoi aromi, i suoi segreti e le sue alchimie. Il cibo attraversa il tempo e lega le protagoniste. “Il cibo è il più potente messaggio d’amore” così afferma Maricò in Arazzo familiare, il cibo insegna la generosità e la gratitudine. Anna Cantagallo raccoglie le ricette che sono menzionate nei suoi romanzi nel volume “Come cibo per l’anima. Le ricette di Marigiò” e regala ai lettori molti piatti della tradizione abruzzese: Le virtù teramane, le scrippelle ‘mbusse, le neole…..
Ma c’è ancora un filo rimasto in sospeso ed è quello della nuova vita “Benedetta” che chiede di essere intrecciato in quell’arazzo per completare il disegno.
Anna Cantagallo intreccerà quel filo? Riprenderà il Filo del discorso? Restiamo in attesa di leggere una nuova storia.
Tra le righe di un libro si può respirare il profumo di una minestra calda, si può ascoltare il pianto sommesso di una madre, o il vagito di un bambino venuto al mondo, … abbiamo chiesto ad Anna di raccontarci il suo mondo e la sua scrittura

1)Per iniziare parlaci un po’ di te…
Mi chiamo Anna Cantagallo, vivo a Roma. Sono medico, ma ora mi godo felicemente la pensione. Le mie radici abruzzesi (genitori di Penne) hanno profondamente inciso sul mio carattere e sul mio desiderio di mantenere un contatto con le tradizioni d’origine, in particolare con il cibo. Sulla mia tavola natalizia non manca mai il cardone, minestra in brodo di cardi con tante polpettine. Questa ricetta, come tante altre della tradizione, le ho scritte nel libro Come cibo per l’anima.

2)Quando e’ nata la tua passione per la scrittura.
Mi piacerebbe dire da sempre e, invece, è sorta in modo prepotente solo dopo aver concluso la mia attività lavorativa. La mancanza di tempo, legata al lavoro ospedaliero che impegnava anche in turni (notturni e festivi), e l’accudimento di due figli non avrebbero permesso altri equilibrismi da inserire nella mia vita. Per fortuna il traffico romano mi ha aiutata. Durante il percorso verso il luogo di lavoro ragionavo, pensavo e creavo storie. Non avevo idea che da quel rimuginare sarebbe venuto fuori un romanzo, anzi un romanzone storico come Arazzo familiare.

3)come è nata l’idea di scrivere il tuo libro Arazzo familiare?
Di nuovo il traffico romano ha stimolato qualcosa. Nell’andare a singhiozzo, mi permettevo di sbirciare all’interno delle macchine a me accostate osservando il volto delle guidatrici che si recavano al lavoro. Potevo immaginarle sedute a una scrivania, o, come me, indossare un camice o una divisa. Donne con un’autonomia inimmaginabile solo cento anni fa. Eppure, il loro volto non esprimeva felicità né soddisfazione. Mi chiedevo se le giovani d’oggi fossero consapevoli del tributo che devono alle donne delle generazioni precedenti. Pertanto, mi sono ripromessa, appena conclusa l’attività lavorativa, di analizzare la genealogia dell’autonomia femminile. Ho pensato che l’approccio migliore fosse immergersi nella storia del Novecento, il secolo che meglio ha determinato tale percorso. Le due guerre mondiali, i moti del ’68 , l’acquisizione dei diritti sociali, la disponibilità degli elettrodomestici, la gestione autonoma della riproduzione sono stati i fattori catalizzanti e irrepetibili di tale evoluzione.

4)Solo per incuriosire, raccontaci cosa troverà il lettore TRA LE RIGHE di Arazzo familiare.
Il lettore si sentirà immerso nel Novecento, riconoscibile in eventi storici maggiori, che sono stati ricostruiti accuratamente, e in dettagli minori della vita comune e delle tradizioni. Ho persino usato un linguaggio diverso secondo i periodi trattati.
Infatti, il romanzo è la storia di tre donne (nonna, madre e figlia) le cui vicende si intersecano, come fili di un arazzo, con gli eventi del Novecento (le due guerre mondiali e il ‘68). Ciascuna protagonista farà delle scelte che saranno un passaggio di testimone alla generazione successiva. Marigiò, l’ultima protagonista di Arazzo familiare, la ragazza del ’68, sarà quella che si troverà a prendere una decisione, alquanto in anticipo sui tempi, di privilegiare la professione a scapito degli affetti. Questo è il contenuto del romanzo successivo Il sole tramonta a mezzogiorno. Ambedue i romanzi stanno ricevendo riscontro di pubblico e di critica. Chi vorrà seguirmi, potrà vedere il mio percorso, nel mio profilo Facebook. https://www.facebook.com/annacantagalloautrice

5)Quanto conta la conoscenza della vita vera quando si racconta? quanto invece l’immaginazione?
Avendo un lunghissimo percorso come lettrice, mi ero resa conto che un dettaglio storico stonato può determinare un’insofferenza. Pertanto, mi sono impegnata a rispettare la veridicità ambientale storica affinché la parte creativa potesse diventare verosimile. Sono convinta che ciascun lettore saprà trovare tracce della propria storia familiare nelle pagine di Arazzo familiare, che sia un dettaglio dimenticato oppure un sapore di un piatto che preparava la nonna. Per sottolineare il verismo ho disseminato anche delle ricette di cucina, perché le donne di cui parlo vivono, soffrono, amano e…cucinano piatti della tradizione abruzzese. Questo mix di verismo e di immaginazione è la condizione richiesta dal romanzo storico, come pure l’evoluzione di una svolta sorprendente nel finale. Chi legge e si immedesima nei personaggi desidera che accada qualcosa di inimmaginabile, ma non impossibile. In Arazzo familiare il lettore sarà trasportato, attraverso alcuni segreti abilmente seminati, a dei colpi di scena che potrebbe ipotizzare, mentre in Il Sole tramonta a mezzogiorno si sentirà immerso in una condizione di poetica sofferenza.

6)Se dovessi scegliere una sola parola per descrivere il tuo libro quale sarebbe?
Una storia dell’evoluzione della donna attraverso gli occhi femminili.

7)Per finire una curiosità quali sono i tuoi autori di riferimento e che libro c’è oggi sul tuo comodino?
I mei autori, quelli che posso definire i miei spiriti guida, sono stati Alba de Céspedes, autrice dalla raffinatissima analisi della psiche femminile, e Gabriel García Márquez, per la capacità di fondere la Storia con le storie familiari.
Attualmente sto rileggendo il Conte di Montecristo, che è un potentissimo romanzo sulle emozioni umane.

La mia lettura tra le righe
“Il più grande tesoro per una donna è il tempo. Tempo per riflettere, per pensare…per sognare”

Buona lettura
Annalisa Giuliani

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