Venerdì 19 aprile 2024, con inizio alle ore 18.00, alla Biblioteca Bonincontro di Chieti Scalo la Comunità MASCI (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani) Chieti 1 presenterà il penultimo appuntamento del Salotto Culturale del Venerdì di quest’anno. E lo farà con la collaborazione dell’Archivio di Stato di Chieti per affrontare un argomento estremamente interessante: “Le grandi fabbriche italiane: la CELDIT Cellulosa d’Italia. Il metodo Pomilio”. Parlare di CELDIT proprio nel cuore pulsante del villaggio CELDIT ha un significato particolare. Relatori saranno tre personaggi che ben conoscono questa realtà: Marcello Benegiamo (Già funzionario dell’Archivio di Stato, professore di storia d’impresa alla Università G. d’Annunzio. Autore di molte pubblicazioni sullo sviluppo industriale della vallata del Pescara), Alberto Manganelli (già Direttore del Personale dello Stabilimento della Cartiera di Chieti), Mimmo Puracchio (già controller e auditing dello Stabilimento della Cartiera di Chieti). Non mancherà occasione per parlare dei fratelli Pomilio. Un padre, Livio, ingegnere capo della provincia di Chieti, e una madre napoletana che fece ben 11 figli, 9 maschi e 2 femmine. Tre divennero ingegneri (Alessandro, Carlo e Ottorino), Umberto si laureò in chimica e Amedeo, Ernesto, Giuseppe e Vittorio presero la laurea in scienze economiche. Sul finire degli anni Trenta Ernesto e Ottorino Pomilio fondarono la CELDIT (Cellulosa d’Italia) e attivarono a Chieti Scalo un importante stabilimento per la produzione della cellulosa combinando la paglia di grano con il cloro gassoso (metodo Pomilio). Occupava 400 operai. Durante l’occupazione tedesca fu depredata dei macchinari che, a fine guerra, furono ritrovati nella stazione di Treviso. Riportati a Chieti, furono ristallati e rimessi in funzione. Poco distante dalla fabbrica, detta impresa acquistò dei terreni che passò all’Istituto Autonomo Case Popolari per realizzarci, dal 1939 al 1942, 48 villette che ospitavano complessivamente 96 famiglie. Ogni appartamento aveva un piccolo giardino-orto ben apprezzato dai nuovi operai che prevalentemente provenivano dall’agricoltura. Dopo il 1945 si costruirono anche 5 palazzine per complessivi 56 appartamenti. Nel 1950 l’IRI decise di cambiare i vertici della società. Ottorino Pomilio ne divenne presidente, mentre amministratore delegato fu nominato Agostino Canonica. Fu il momento in cui nello stabilimento entrò in funzione l’impianto di cartiera, realizzando così il vecchio progetto dei Pomilio di creare una fabbrica a ciclo di lavorazione completo dalla materia prima (la cellulosa), al prodotto finito (la carta). A metà degli anni Cinquanta la cartiera si rivelò insufficiente e si pensò di aprirne una seconda per raddoppiare la produzione e assorbire la quasi totalità della cellulosa autoprodotta. Il progetto fu approvato dall’IRI nel 1957, ma Ottorino Pomilio non fece in tempo a vederlo realizzato perché morì il 3 gennaio 1957 all’età di 70 anni. La CELDIT arrivò ad avere 529 operai e 59 impiegati Nel 1972 fu rilevata dalla CIR (Cartiere Italiana Riunite) e nel 1989 dalle Cartiere Burgo. Lo stabilimento fu chiuso tra il 2008-2010 e venne abbattuto nel 2011.