L’articolo del mese di Ottobre è dedicato alla rassegna “Chi fu?” con la quale ad articoli intervallati, lasciamo spazio alla biografia di un noto personaggio del mondo della Storia della Medicina, una mia passione che continuo a coltivare nel tempo.
GASPARE TAGLIACOZZI, nato a Bologna nel marzo del 1545 e ivi deceduto nel novembre del 1599, fu uno stimato e importante anatomista e, successivamente, chirurgo italiano. Il Tagliacozzi è ricordato negli annali di Medicina per essere stato il primo medico-chirurgo plastico, probabilmente il fondatore di tale branca dal bisturi fine, veloce e ricostruttivo.
Infatti, parlando della metà del ‘500, non dobbiamo pensare alla chirurgia plastica moderna bensì alla tecnica di ricostruzione di imperfezioni genetiche o di malformazioni traumatiche. E con Gaspare Tagliacozzi troviamo la massima espansione di tale attività manuale. Con fare meticoloso e minuzioso riusciva a trattare lembi cutanei davvero piccoli, spostandoli da una parte all’altra come un sarto può fare con i preziosi filati. L’arte dell’ordito e della trama, l’arte dei filamenti e degli annessi dermici da innestare.
E per noi abruzzesi questo cognome ricorda proprio il paese della provincia de L’ Aquila, appunto Tagliacozzo, da dove proveniva il padre Giovanni Andrea. E come si usava una volta, la provenienza ne farà cognome.
Iniziato alla Medicina nel 1565 sotto la guida dell’esimio Hieronymus Cardanus, il Cardano, personalità poliedrica della Medicina e della storia in generale, prosegui con il maestro di Anatomia Giulio Aranzi, docet di anatomia all’Università di Bologna dal 1570.
Indovinate dove faceva pratica di dissezione anatomica il giovane Tagliacozzi? Proprio a casa del professor Aranzi, poiché all’epoca le dissecazioni autoptiche si eseguivano presso le case private degli anatomisti. Chissà che profumino che c’era!
Ovviamente però c’erano anche le dissezioni pubbliche che avvenivano presso il teathrum anatomycum dell’università bolognese (decreto Carlo Sforza per il quale almeno una dissezione all’anno doveva essere pubblica).
Nel 1597 verrà pubblicata a Venezia la sua magna opera, il De curtorum chirurgia per insitionem, ricco di illustrazioni anatomiche e chirurgiche, il primo e il miglior manuale di sempre del mondo chirurgo plastico.
Definito “chirurgo de’ miracoli” fu colui che dettò il metodo italiano nel rifacimento del viso, dunque orecchie, nasi, labbra e guance venivano sistemati in base all’esigenza mediante lembi di epidermide estratta dagli arti superiori (cute con pochi peli cutanei e facilmente estraibile); pertanto Gaspare Tagliacozzi è colui che mise a punto la prima ricostruzione di naso, una delle correzioni estetiche moderne più gettonata.
Tagliacozzi poneva l’accento sul suo metodo italiano per distinguerlo dal cosiddetto “metodo indiano”, quest’ultimo fautore nel prelevare lembi di cute dalla fronte piuttosto che dagli arti superiori.
Ormai stimato in tutto il paese e oltre i confini nazionali, Gaspare Tagliacozzi ebbe la fortuna di poter medicare e curare anche personaggi illustri del mondo politico, quali Francesco I De’ Medici, il duca di Bracciano, il duca di Parma, il duca di Mantova, Ranuccio Farnese e Vincenzo Gonzaga. Tutte queste frequentazioni illustri li valsero il posto a diverse mansioni pubbliche, quali sindaco della Gabella Grossa, ufficio pubblico per i dazi e i commerci delle merci.
Insomma una figura eterogenea quella del Tagliacozzi, il quale divenne titolare della cattedra di anatomia nel 1589 a seguito della morte del suo maestro Aranzi; egli rivoluzionò la chirurgia in senso plastico-edonistico, aprendo la strada ai tanti discepoli che sino a fine Ottocento fecero capo alla sua dottrina, in particolar modo per la correzione del viso.
Entrando nell’archiginnasio di Bologna due statue campeggiano all’ingresso: quella del fondatore San Carlo Borromeo e quella di Gaspare Tagliacozzi, il medico tonsor della bellezza, del rendere qualcosa migliore, se non perfetto, d’altronde con un cognomen come Tagliacozzi, qualcosa doveva pur recidere, tagliare!
Al prossimo mese, al prossimo articola, alla prossima curiosità.
MARCO STRONA