Intervista a Diego Ferrara, Sindaco di Chieti

Chi è Diego Ferrara

67 anni, sposato con la signora Maria Antonietta, 3 figli e 4 nipoti. Laureato in Medicina e chirurgia nel 1979 presso l’Università degli Studi Gabriele D’Annunzio, esercita il ruolo professionale di medico di medicina generale a Chieti. Appassionato di politica, si candida nel 2015 nella lista Chieti x Chieti a sostegno del candidato sindaco del centrosinistra Luigi Febo, raccogliendo 366 voti che gli permettono di entrare in Consiglio comunale tra i banchi dell’opposizione.A settembre 2021 si candida a sindaco di Chieti sostenuto da 4 liste di centrosinistra e, contro ogni pronostico, diventa primo cittadino battendo al ballottaggio il candidato del centrodestra Fabrizio Di Stefano.

 

In pochi erano disposti a scommettere su Diego Ferrara sindaco. Alla fine però la fascia tricolore la indossa Lei. Se vuole approfittare per togliersi qualche sassolino dalle scarpe faccia pure.

Neanche io all’inizio ci credevo, chiaramente non in me ma nella riuscita dell’impresa; ma si sa, la vita a volte riserva delle piacevoli sorprese. Non ho sassolini da togliermi, però confesso che mi è difficile ancora metabolizzare l’opposizione che una parte del PD mi ha fatto.

 

Molti sostengono che il centrodestra spaccato l’abbia favorito e non poco. Una telefonata di ringraziamento a Mauro Febbo l’ha fatta?

Non gliel’ho fatta, ma anch’io penso che la spaccatura del centrodestra mi abbia favorito, anche perchè i sondaggi all’inizio della campagna elettorale erano chiaramente favorevoli al centrodestra con la scontata vittoria di Di Stefano, addirittura al primo turno. Però è anche vero che, al di là della spaccatura, la città di Chieti voleva un cambio di passo ed ha liberamente e convintamente deciso per il cambiamento.

 

Che eredità Le ha lasciato Di Primio?

Terribile, veramente terribile. Solo questa parola può, come dire, caratterizzare la risposta alla domanda. Da un punto di vista finanziario è noto a tutti quello che abbiamo trovato, anche se non immaginavo tanto. Quando nei miei comizi dicevo che come prima cosa avremmo dovuto scoperchiare il vaso di Pandora, ero cosciente di trovare una situazione economica difficile, ma non fino a questo livello. E non solo per le cifre che tutti conoscono e che fanno accapponare la pelle solo a pronunciarle, ma anche per tutta una serie iniziative ferme al palo che noi stiamo faticosamente cercando di far ripartire. Mi spiace che Di Primio continui a dire di averci lasciato in eredità tanti progetti già finanziati e soltanto da far partire. La verità è che questi progetti lui li aveva soltanto propagandati e purtroppo l’onere è oggi tutto a carico nostro.

 

Il centrodestra però queste cifre le contesta fortemente

Mi viene da ridere, anzi aggiungo che forse dagli ultimi conti che a giorni usciranno da Teateservizi, e che saranno resi pubblici attraverso il rendiconto finanziario, probabilmente il debito potrebbe addirittura aumentare. Mi pare ovvio che le dichiarazioni delle opposizioni si rivelano assolutamente fuori contesto e appaiono solo come dei tentativi mal riusciti di trovare giustificazioni politiche al loro operato, arrampicandosi pateticamente sugli specchi.

 

Lei però nella precedente consiliatura era consigliere di opposizione ed aveva tutti gli strumenti per controllare. Insomma, non poteva non sapere.

Anche qui mi sembra un’arrampicata sugli specchi da parte di chi cerca di denigrarmi. Più volte in Consiglio comunale ho manifestato la mia contrarietà alle delibere di bilancio, ma certamente non avevo gli strumenti per non far approvare le delibere, oltretutto presentate con il parere favorevole dei revisori dei conti. A dimostrazione del mio impegno e della mia attenzione alle delibere di bilancio, ricordo ai finti smemorati che una volta io e tutti i colleghi consiglieri di minoranza siamo andati persino dal Prefetto a chiedere l’attivazione del pre-dissesto. Questa è la mia serietà, il resto sono chiacchiere da bar.

 

La procedura di pre-dissesto è la migliore soluzione per i cittadini di Chieti o è la migliore maniera per la maggioranza di crearsi una giustificazione di ferro per le future deliberazioni impopolari, come sostengono invece le opposizioni?

Di fronte a noi abbiamo due soli scenari: il primo è il pre-dissesto che ci consente di accedere al fondo di rotazione di 15 milioni di euro e ricominciare un minimo di attività, il secondo è il dissesto finanziario con conseguente arrivo del commissario prefettizio e tasse comunali al massimo. È facile intuire che la strada del pre-dissesto sia la migliore per provare a ridare un minimo di slancio alla nostra economia piuttosto che ritrovarci in una pericolosa situazione di dissesto che andrebbe ancor più ad ingessare economicamente la città già in forte sofferenza. Quindi non capisco l’atteggiamento della minoranza che non riesce a cogliere la gravità della situazione nella quale ci troviamo.

 

De Cesare con i suoi 7 consiglieri ha i numeri per metterLa in difficoltà in qualsiasi momento. Un rischio calcolato?

Noi avevamo la sensazione che da soli probabilmente non ce l’avremmo fatta, ma al di là di calcoli utilitaristici c’era una convergenza su tanti punti del programma per cui l’unione con De Cesare è stata fisiologica. Anche per dare al ballottaggio una casa politica a quella parte di elettorato di centro che a Chieti rappresenta ancora la maggioranza della popolazione. Quindi da una parte un accordo elettoralistico, dall’altra una convergenza piena sui programmi. Attualmente la convivenza, tranne qualche piccola fisiologica fibrillazione, viene vissuta in armonia. Rispondendo alla domanda, non ho dubbi sui principi morali di De Cesare e per questo mi sento tranquillo che rispetterà gli accordi sottoscritti.

 

La crescita esponenziale del contagio epidemico in città ha assunto i contorni di una vera e propria emergenza, costringendola ad usare il pugno di ferro, a cominciare dalle ordinanze fortemente restrittive. Si sente deluso dal comportamento dei suoi concittadini?

All’inizio della seconda fase della pandemia ho fatto più volte un plauso ai miei concittadini perché eravamo arrivati a giorni con zero contagi. Nella terza ondata c’è stata una evidente stanchezza da parte dei cittadini nei confronti delle norme restrittive e ci ha portato a dei livelli di contagi mai avuti dall’inizio della pandemia. Quindi non nego che ultimamente sono un po’ deluso dei miei concittadini.

 

Lei in campagna elettorale ha promesso che lascerà a chi verrà dopo di Lei una città più pulita, più viva e più inclusiva. Insomma una Chieti più bella. Se la sente oggi di riconfermare questa promessa?

Nella maniera più assoluta. Era e rimane un obiettivo mio e dei miei assessori che perseguiteremo in maniera forte in tutti i cinque anni di consiliatura. Chiaramente mi aspetto anche buon senso e civiltà da parte dei cittadini.

 

Sia sincero, qualche volta avrà pensato “chi me lo ha fatto fare?”

Si, assolutamente sì, in particolare nel primo mese dopo l’insediamento, quando senza la vicinanza degli assessori che non erano ancora stati designati e senza avere ancora uno staff mi sono piovuti addosso tanti di quei problemi che mi hanno fatto pensare che da solo non sarei riuscito a farcela. Adesso sapere che intorno a me ci sono persone pronte ad aiutarmi mi fa vivere questa esperienza in maniera più serena.

 

Buon lavoro Sindaco, la bicicletta l’ha avuta, adesso pedali più forte che può.

 

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